- "Nel momento in cui vengono varate dal consiglio dei ministri misure di intervento a sostegno dei consumi con il bonus famiglie, è bene che l’Antitrust intervenga sullo scandaloso e ingiustificato aumento record del pane e della pasta mentre il prezzo del grano è dimezzato su valori inferiori a quelli di venti anni fa, insostenibili per gli agricoltori italiani. "
E’ quanto afferma Romano Giovannetti, direttore della Coldiretti di Viterbo, in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione a novembre.
Il direttore vuole sottolineare che la pasta, soprattutto tra le classi meno elevate di reddito, è una delle componenti fondamentali della dieta degli italiani.
I consumi medi procapite nel nostro Paese sono sui 28 chili a persona, tre volte superiori a quelli di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiori a quelli di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiori a quelli di un giapponese.
"La spesa alimentare delle famiglie - sottolinea Giovannetti - è pari a 466 euro di media mensile destinati nell'ordine principalmente all'acquisto di carne per 107 euro, di frutta e ortaggi per 84 euro, di pane e pasta per 79 euro e di latte, uova e formaggi per 62 euro, pesce per 42 euro, zucchero, dolci e caffè per 32 euro, bevande per 42 euro e 18 euro per oli e grassi.
Ma l'andamento dei prezzi alimentari - precisa - incide sopratutto sugli anziani e sulle famiglie numerose con tre o piu' figli che destinano porzioni piu’elevate del proprio reddito all’acquisto di cibi e bevande con una percentuale di ben il 21 per cento della spesa complessiva.
Per questo - continua il direttore - è scandaloso che, nonostante dall’inizio dell’anno il prezzo del grano duro per la pasta sia piu’ che dimezzato al disotto dei valori di vent'anni fa, la pasta continua a far registrare un aumento dei prezzi vertiginoso e ingiustificato (+ 30 per cento).
Si è spaventosamente allargata - denuncia ancora - la forbice dei prezzi dal campo alla tavola con il prezzo pagato agli agricoltori per il grano duro che è sceso sotto i 0,22 euro al chilo, mentre quello della semola è di 0,38 euro al chilo e quello della pasta è salito a 1,6 euro al chilo, secondo il servizio sms consumatori del ministero delle Politiche Agricole.
Una situazione drammatica nelle campagne dove non si riescono a coprire i costi di produzione e sono a rischio le prossime semine e quindi le forniture per la pasta Made in Italy.
La pasta rappresenta in realtà - continua Giovannetti - la punta di un iceberg delle distorsioni presenti sui mercati dei prodotti alimentari dove gli aumenti al consumo sia su base mensile (+0,1 per cento) che su base annuale (+ 4,7 per cento) sono in netta controtendenza con il calo del 7 per cento dei prezzi agricoli alla produzione registrati ad ottobre, secondo i dati Ismea – Ac Nielsen
Nel 2008 sono complessivamente rimaste stagnanti le quantità acquistate e si sono verificate - conclude - variazioni nella composizione della spesa con piu' pollo e meno bistecche.
Si sono ridotti i consumi di pane (- 2,5 per cento), carne bovina (- 0,5 per cento) e formaggi (- 0,6 per cento), mentre salgono pollo (+3,2 per cento), maiale e salumi (+2,3 per cento), latte (+1,8 per cento), frutta fresca (+2,8 per cento) e ortaggi (+0,1 per cento), secondo le rilevazioni Ismea Ac Nielsen relativi ai primi nove mesi del 2008".
STRUTTURA DEI CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE EURO/MESE
Prodotti
Carne
107 euro
Pane, pasta e trasformati di cereali
79 euro
Latte, formaggi e uova
62 euro
Ortaggi, frutta e patate
84 euro
Pesce
42 euro
Zucchero, dolciari e caffè
32 euro
Bevande
42 euro
Oli e grassi
18 euro
In totale
466 euro