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Viterbo - Aumentando le tariffe e ricavi per otto milioni di euro
Salvare Talete si può
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 2 dicembre 2008 - ore 16,15

- Talete, la perdita c’è. Anche se da quando si è insediato il nuovo consiglio d’amministrazione della società idrica, il trend è stato dimezzato. Ma non basta. Si può e si deve fare di più.

Prima che si chiudano i rubinetti sull’esperienza della gestione pubblica dell’acqua nella Tuscia. E magari arrivino i privati, col rischio che l’acqua diventi troppo salata.

Per andare avanti, Talete nel 2009 deve raggiungere l’obiettivo di otto milioni di euro di ricavi, dal momento che intervenire sulla riduzione dei costi è praticamente impossibile.

“Più di così è difficile – dice il presidente Roberto Corbo durante la conferenza stampa – operazione verità sullo stato di salute di Talete – se vogliamo garantire un servizio a questi livelli”.

Il problema è che i ricavi non coprono i costi. Perché la società spende subito e incassa chissà quando. Dal momento che in ogni Comune la riscossione avviene con cadenza diversa. In alcuni casi anche quasi due anni dopo, come a Montefiascone.

Le bollette vanno uniformate nelle diciassette amministrazioni dove Talete è operativa.

Poi la nota dolente. Le tariffe. “Vanno necessariamente aumentate – osserva Corbo – ma attenzione. Se abbiamo calcolato che i ricavi devono crescere del 30%, non è questa la percentuale pensata per i rincari. Intendiamo salvaguardare le famiglie e le fasce deboli. Considerando che le nostre tariffe sono tra le più basse e che in alcuni casi sono ferme dal 1992 o nei casi più recenti, sono state rimodulate nel 1999.

E nel frattempo, tanto per dirne una, c’è stata una crescita paurosa dei costi per l’energia. Poi dovremo intervenire sulle doppie e triple utenze, altro costo non irrilevante per la società”.

Insomma, Talete non naviga in buone acque, ma salvarla non è una missione impossibile. “Se riusciamo a sistemare questi aspetti – osserva Corbo – c’è la possibilità di risolvere il problema di liquidità immediata”. Attraverso il ricorso al sistema creditizio, anche se i tempi sono stretti e c’è da lavorare a testa bassa con i sindaci – soci.

Entro dicembre l’assemblea.

Attualmente Talete ha in carico il servizio idrico in diciassette comuni, pari al 60% della popolazione Altre dodici amministrazioni sono in procinto d’entrare.

“Lavoriamo con un organico – spiega Corbo – di 122 lavoratori. Un numero di poco superiore a quello della Robur, solo che noi siamo presenti su più parti”.

Finché non si risolvono le vicende legate al passaggio di Siit e Cobalb, con relativi dipendenti, di nuove assunzioni non se parla.

Mentre per questa riguarda la Robur è ancora in piedi un contenzioso con il Comune di Viterbo. Che nella cessione chiede che gli venga pagato l’avviamento. Ma a quanto pare la legge Galli non lo consente. Per Grani, altra grana da risolvere.

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