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Viterbo - Il Natale nelle scuole - Interviene il consigliere comunale Buzzi (Pdl)
"Non è togliendo il presepe che si promuove l'integrazione"
Viterbo - 2 dicembre 2008 - ore 18,00

Luigi Maria Buzzi, consigliere comunale Pdl
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Riceviamo e pubblichiamo - L’avvicinarsi del Santo Natale mi porta a fare alcune considerazioni su questa festa e su come viene interpretata nelle scuole della nostra città.

Da alcuni anni è crescente la decisione di molte scuole italiane di sostituire le tradizionali recite natalizie o la realizzazione di presepi con attività definite “neutre”.

Ufficialmente questo avviene per non offendere i bambini di altre etnie o religioni.

Ma cari presidi, insegnanti e genitori siamo sicuri che così facendo viene rispettata realmente la “diversità”?

Non viene, invece, cancellata la possibilità per i bambini stranieri di conoscere il Paese nel quale ora vivono e allo stesso tempo, ai bambini italiani viene tolta un pezzo della loro storia e delle proprie tradizioni?

Non è togliendo il presepe o l’albero di Natale che si promuove l’incontro, la coesione, l’integrazione fra culture, si favorisce solo la lenta ma inesorabile sparizione di una cultura, la nostra, senza alcun incontro, confronto, dialogo.

Festeggiare il Ramadan piuttosto che il Capodanno cinese o altre feste di religioni diverse non favorisce l’integrazione fra bambini e loro genitori rispetto la società dove hanno scelto di vivere.

Il Natale, inoltre, può essere considerata una festa “condivisa” visto che l’Islam riconosce e venera Maria e Gesù, e cosa rimarrebbe se togliessimo il presepe dal Natale se non una mera e sterile festa del consumismo fatta di regali, cenoni e priva di valori e di insegnamenti?

Con l’intento di rispettare gli studenti immigrati non cristiani non possono essere discriminati quelli cristiani, detta in altre parole non si può tutelare la minoranza limitando, sacrificando i diritti della maggioranza; vivere in una società multirazziale, multiculturale non deve necessariamente significare di privare delle loro origini i bambini italiani.

Rispettare le diversità non significa negare le differenze ma imparare a farle convivere in armonia e rispetto.

Fare il presepe in classe non impone a nessuno di diventare cristiano, infatti, non si vuole imporre a nessun bambino, insegnante o preside di professarsi tale ma far conoscere a tutti il presepio come memoria del cristianesimo, nostra religione e fondamento di principi e valori universali propri di ogni essere umano quali: libertà, uguaglianza, pari dignità tra uomo e donna e democrazia.

Invito, quindi, tutti gli asili, le scuole materne ed elementari a proseguire questa stupenda tradizione, realizzando presepi, non importa con quali materiali o forme, colori o supporti, ma comunque di farli, coinvolgendo tutti come vero momento di integrazione e partecipazione.

Luigi Maria Buzzi
Consigliere comunale Pdl

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