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Viterbo - Associazione il Dialogo - I big della politica intorno a un tavolo per progettare il futuro parco
Arcionello, si riparte dai "conti delle serva"
Viterbo - 30 dicembre 2008 - ore 0,30

- L'arcionello che verrà. Un po' come la canzone di Lucio Dalla, pieno di buone intenzioni.

Ieri pomeriggio nella sala conferenze di Palazzo Gentili si sono incontrati i big della politica viterbese per fare il punto sulla nuova riserva naturale della città dei papi.

L'incontro, organizzato dall'associazione il Dialogo animata da Fabio Scalzini, e moderato da Carlo Galeotti, ha visto la partecipazione dei consiglieri regionali Nando Gigli e Giuseppe Parroncini, del vicesindaco Marcello Meroi e del consigliere comunale Ugo Sposetti.

In sala tanto pubblico attento e tanti politici alle prese con la legge che perimetra definitivamente l'Arcionello.

La prima parola è toccata però ad Antonello Ricci “anema e core” del movimento Salviamo l'Arcionello che in 5 anni tanto ha fatto e tanto vuole ancora fare per la riserva di Viterbo.

“Un parco – ha detto – è azione sociale, vivibilità concreta non un giardino da gestire. La Regione Lazio per il 2008 ha stanziato 50mila euro. Qualcuno dice che sono pochi. Potremmo invece farci tanto”. Le proposte di Antonello Ricci partono dal concreto. “Con 50mila euro si possono pulire 12 km di percorso, oppure comprare 50mila mappe dell'Arcionello. O ancora 20 aree attrezzate da picnic. O ancore fare tutte le cose insieme prendendo di tutto un po'”.

Utopia? Secondo il vicesindaco Meroi, che con i numeri del Comune ci combatte tutti i giorni, sicuramente sì. “Noi per la gestione del verde spendiamo all'anno 700mila euro – ha spiegato – i conti della serva di Ricci sono fuori dalle nostre tabelle”.

Di fondi destinati all'Arcionello parlano anche i consiglieri regionali. “La riserva naturale – ha detto Parroncini – è ormai legge e oltre al finanziamento di 50mila euro per il 2008 già dal prossimo anno riceverà fondi per i parchi regionali e in oltre presentato progetti potrà usufruire dei fondi del Por 2007-2013. In questo caso è tutto in mano alla Provincia che in base alla legge è l'ente gestore della riserva e dovrà redigere il piano d'assetto che prende in considerazione anche la perimetrazione”.

Ma la legge è legge e se si può ancora discutere del contenuto di sicuro non lo si può fare dei confini. “Pian di Cecciole – ha detto ancora il capogruppo alla Pisana del Pd – è compreso nella riserva e su questo non si può fare più niente”.

Cosa manca dunque alla lingua di natura che arriva fino al cuore di Viterbo per ingranare la prima? Ovviamente il Comune. “Quello che rivendichiamo noi – ha commentato Meroi – è la scarsa partecipazione. Visto che il parco insiste solo nel territorio comunale sarebbe cosa buona capire cosa dice il Comune. E inoltre viste che il terreno è dei privati sarebbe anche il caso di aprire un tavolo di confronto con loro”.

Dello stesso avviso il capogruppo del Pd a Palazzo dei Priori Ugo Sposetti. “Non si può prescindere dal Comune – ha continuato – quello che ci vuole per andare avanti è buon senso, grande capacità e utilizzare il pronome noi al posto di io. Solo insieme andremo avanti. E la Provincia deve attivare un percorso con il Comune”.

Nel comma 2 della legge che istituisce la riserva dell'Arcione Gigli e Parroncini hanno fatto però inserire la partecipazione del Comune a ogni iniziativa. Lo fa notare il capogruppo del Pd alla Pisana a quello del Comune, che però sembra ignorarlo.

Idee chiare sul futuro parco ce l'ha anche il prorettore dell'Universtà della Tuscia Nascetti. “E' una riserva che nasce dal basso – ha affermato – e un progetto a cui l'università ha già dato tanto. Adesso dobbiamo continuare a ragionare sui contenuti in vista del piano d'assetto, considerando che la biodiversità è la nostra unica speranza”.

E mentre i big parlano di natura e accordi fra enti qualcuno nel pubblico si chiede cosa porterà l'anno nuovo all'Arcionello.

“Appena uscire sul Bur l'istituzione della riserva naturale – ha concluso l'assessore all'Ambiente Tolmino Piazzai – qui in provincia istituiremo un tavolo tecnico a cui parteciperanno tutti gli enti coinvolti a partire dal Comune e dall'Università della Tuscia”.
Si riparte dal tavolo quindi.

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