Riceviamo e pubblichiamo
- Vi siete mai chiesti perché durante le feste natalizie molti di noi sono colti da un malessere più o meno profondo? Di solito questa “depressione” delle feste inizia intorno alla prima settimana di dicembre, e permane fino ai primi di gennaio.
La risposta è che il Natale è la festa della famiglia e della nascita. Le nostre emozioni non rispondono alla razionalità, ma si attivano soprattutto per via simbolica.
Immaginate infatti chi soffre di attacchi di panico. Spesso è un’attività simbolica, come l’imboccare un’autostrada, a scatenare una crisi di angoscia parossistica.
Lo stesso vale per le feste; in alcuni di noi, l’atmosfera natalizia, le luci di natale, i viali addobbati, l’interrompere la routine lavorativa, attiva un insieme di vissuti di solitudine, di abbandono, di pressione sociale a vivere l’intimità.
Per le persone che hanno vissuto un’infanzia povera di calore, hanno avuto problemi familiari, le feste possono scatenare episodi depressione anche di grave entità.
Non per nulla infatti, il tasso di suicidi aumenta molto nel periodo delle festività invernali.
Mentre il Natale riattiva immagini di famiglie felici e bimbi sorridenti, il capodanno spinge le persone al divertimento a tutti i costi, evocando la necessità di farlo per forza. E anche qui, molti individui avvertono l’assenza di relazioni amicali più che mai, il senso di colpa aumenta e si genera una crisi.
Cosa fare? Innanzitutto essere consapevoli di questo meccanismo; chi è in crisi, durante le feste può esserlo di più, ma è un’angoscia destinata a diminuire sensibilmente con la fine delle feste.
Inoltre, non chiedere troppo a sé stessi, ma chiederci come veramente desidereremmo trascorrere i giorni di festa.
E il proposito, se queste crisi ci colgono tutti gli anni, di approfondire con uno psicologo qualificato il perché dello scaturire di questa “angoscia natalizia”.
