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Viterbo - Crisi economica - La Cgil critica i provvedimenti del governo e si prepara a scendere in piazza il 12 dicembre - Previste oltre duemila persone
"11mila precari a rischio"
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 3 dicembre 2008 - ore 14,30

Miranda Perinelli
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-“Non si può somministrare un’aspirina a un malato terminale”.

Prende in prestito una frase da Famiglia Cristiana, Miranda Perinelli, segretario provinciale Cgil, per spiegare le ragioni dello sciopero generale del 12 dicembre. A sostegno dell’occupazione e dei redditi e di conseguenza contro il Governo, che per la Cgil contro la crisi usa solo palliativi. Al posto di cure più efficaci, che il sindacato, in gran parte inascoltato, aveva segnalato: detassare salari e pensioni, aumentare il fondo sociale a favore dei precari e agevolare gli investimenti a breve.

“Invece – spiega Miranda Perinelli – propongono la bonus card. In tanti si vergognano a usarla. Quaranta euro equivale a fare la carità. Potevano versarli direttamente sulla pensione”.

E se il vento della crisi soffia su tutta la penisola, Viterbo non è al riparo. “In tutta la provincia – ricorda – ci sono undicimila precari. Cinquemila sono a rischio, di cui trecento nella scuola”. E nell’unico polo che produce, Civita Castellana, l’aria che tira non è delle migliori. “Le stoviglie sono in crisi strutturale – ricorda – a queste si aggiunge anche il settore sanitari. Ventisette aziende hanno richiesto la cassa integrazione, di cui quattro quella straordinaria. Parliamo di circa novecento persone tra dipendenti e interinali su un totale di 2500”.

I dati dell’Inps non rassicurano. Da ottobre 2007 allo stesso mese 2008, la cassa integrazione nel settore edilizia è passata da 9.219 a 15.223 ore. Con una crescita negli ultimi due mesi del 62%. Ancora peggio nell’industria. Da 39.973 a 76.083 ore. Ovvero +94%. Non aiutano le cifre della Camera di Commercio, che segnala una forte mortalità delle aziende.

E se le cifre non dovessero bastare, le tasche dei viterbesi sono minacciate anche da altro. Il ticket sanitario ad esempio. “Aumentato dal primo dicembre – ricorda Perinelli – per un esame come tac o risonanza, si paga quindici euro in più, da 36 a 51 euro. Ma anche quelli per i medicinali hanno subito rincari significativi”. Poi l’Ici. Che non c’è più. I Comuni dove prenderanno i soldi?

“Solo in parte la mancata entrata sarà coperta dal Governo – spiega – ripercussioni si potrebbero avere sui servizi. Con un aumento delle tariffe o un peggioramento della qualità”.

Quindi attenzione all’acqua. Le tariffe idriche potrebbero triplicare, se l’esperienza della gestione pubblica con Talete dovesse fallire. “Per questo – osserva il segretario – faccio appello al senso di responsabilità dei sindaci”.

E se l’aeroporto può essere un’occasione per l’economia, non vanno dimenticate le altre possibilità di sviluppo. “Oggi il dibattito si è arenato – dice ancora la Perinelli – non si parla d’altro. Bene lo scalo se si farà. Ma non dimentichiamoci l’agricoltura, il settore ceramico, e altri settori”. Che non hanno le ali, ma possono far volare la nostra economia.

Quindi, il 12 dicembre sciopero anche a Viterbo. Il corteo partirà alle 9.30 da largo Saragat, sotto il sindacato, per arrivare a piazza del Teatro, dove parleranno i rappresentanti sindacali, tra cui Antonio Filippi.

Solo dalla Cgil si prevedono più di duemila persone. Ma hanno dato già la loro adesione comitati studenteschi e sono stati invitati sindaci e istituzioni.

Per arrivare a Viterbo sono stati organizzati anche pullman che partiranno da Capranica – Cura - Vetralla, Tarquinia - Monteromano, Ronciglione, Bassano in Teverina – Orte, Acquapendente –Onano - Latera, Bagnoregio – Lubriano –Castiglione in Teverina, Gallese – Civita Castellana – Fabrica di Roma e da Civita Castellana – Nepi.

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