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Viterbo - Vetralla Servizi - Accorata lettera di Barbaranelli alla madre
"Se mi dovesse succedere qualcosa, continua la mia battaglia"
Viterbo - 4 dicembre 2008 - ore 11,30

Riceviamo e pubblichiamo
Barbaranelli incatenato con la madre per protesta
Barbaranelli
- Cara mamma, chi ti scrive è tuo figlio Pietro, per ringraziarti di tutto il bene che mi hai dimostrato standomi così vicino in un momento così difficile della mia vita, nel combattere questa ingiustizia che l’amministrazione comunale di Vetralla stà perperatrando nei miei e nei nostri confronti.

Queste “persone”, se questo è il termine giusto per definirle, che vogliono calpestare i miei diritti, diritti di una persona che vuole difendere il suo posto di lavoro (diritto ad avere un lavoro come dice la Costituzione Italiana), conquistato regolarmente, con sacrificio ed impegno, nel superare quel concorso che se ben ricordi, fosti proprio te a farmelo conoscere recapitandomelo a casa con tanta gioia.

Ormai lo abbiamo gridato al mondo intero, tutta Italia conosce la nostra storia e tutti proprio tutti sanno che si puo’porre fine a questo scandalo, a questa vegogna, a questo scempio, con la nostra stabilizzazione nell’ente comunale.

Qualcuno se ne assumerà le responsabilità se per qualche motivo non dovesse esserci.

Abbiano il coraggio di dimettersi quegli assessori che la pensano diversamente da chi non ci vuole assumere al Comune.

Ti sei incatenata insieme a me davanti al sindaco Massimo Marconi, abbiamo chiesto aiuto a tutti i politici Viterbesi, al sindaco di Viterbo Giulio Marini, (che per la veste che ricopre può fare molto) al presidente della Provincia Alessandro Mazzoli (che ancora non ha fatto un articolo a favore della nostra stabilizzazione), a Nando Gigli (anche lui stranamente non ha ancora preso le nostre difese), alla Regione Lazio, che ha finanziato la nostra stabilizzazione, dando contributi al comune di Vetralla, al Prefetto di Viterbo, evidentemente tutto questo non basta.

E’ per questo che ti scrivo questa lettera, a mezzo stampa, per dirti che in queste condizioni non riesco più a vivere, mi stanno togliendo la casa, io e mia moglie non riusciamo più a pagare il nostro mutuo, tutte le sere, stiamo al freddo e senza mangiare.

Ti voglio lanciare questo mio messaggio:

qualsiasi cosa mi succederà, continua la mia battaglia, individua tutti i responsabili che mi stanno togliendo ingiustamente il diritto al lavoro,(come dice la Costituzione Italiana), la dignità di vivere ed il diritto alla vita, ad una famiglia normale con dei figli, insomma ad una vera famiglia che forse non avro’ mai.

Ti voglio bene mamma.

Tuo figlio Pietro Barbaranelli

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