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Viterbo - Con "Un uomo di nome Giobbe" - Mercoledì 3 dicembre
"Particolari" fa tappa a Tarquinia
Viterbo - 4 dicembre 2008 - ore 19,40

- Ieri sera, mercoledì 3 dicembre, "pARTIcolari" 2008 del gruppo di Juppiter arrivato a metà del suo percorso, ha fatto tappa a Tarquinia con un programma articolato in due parti.

La prima dedicata a "La carovana di Juppiter: un punto fisso in movimento" e un secondo momento dove a farla da protagonista è stata la rappresentazione teatrale "Un uomo di nome Giobbe", spettacolo a cura di Laura Gambarin e Gianluigi La Torre.

A ospitare l’incontro la chiesa di San Francesco, gentilmente messa a disposizione dai frati.

Nei panni del mattatore della serata Salvatore Regoli.

"Eccoci qua - ha detto - andiamo in giro, incontriamo le persone. Siamo un pò circo e un pò pellegrini. Ci muoviamo per piccoli gruppi e per migliaia di persone. Nostro obiettivo, il senso di tutto questo, è accendere piccoli fuochi".

Sono intervenuti per un saluto anche il sindaco Mauro Mazzola, per sottolineare l’importanza di costruire un dialogo con le giovani generazioni, e il vescovo Carlo Chenis, per una riflessione sulla figura di Don Bosco e Don Calabria.

Ieri mattina invece sono continuati gli incontri con i ragazzi delle scuole: l’istituto Magistrale di Viterbo, la scuola media di Bassano Romano, la scuola media di Capranica e il liceo delle Scienze sociali di Bassano Romano.

Sul palco e tra gli studenti due ospiti d’eccezione: Filippi Firli, la voce di Radio Dimensione Suono, e Walter Drusetta di "Educatori senza frontiere".

Al centro dell’appuntamento un saggio di Giovanni Anversa e don Antonio Mazzi: "La televisione in mano". Un testo sul perché la televisione va "benedetta" e "maledetta".

Il libro ha funzionato da spunto per una conversazione sull’informazione e sul funzionamento. Conversazione molto "spiccia" e coinvolgente. I due ospiti hanno saputo trascinare sul palco i ragazzi e fargli toccare con mano la realtà della comunicazione.

Il messaggio che è stato fatto passare suona così: "I giovani devono cercare di essere protagonisti e non spettatori. E soprattutto devono cercare di essere protagonisti impegnati. Insomma giù dal divano".

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