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Viterbo - Vetralla Servizi - Teresa Sestito Cascitti scrive a Barbaranelli
Caro Pietro non sei solo...
Viterbo - 5 dicembre 2008 - ore 12,10
Riceviamo e pubblichiamo - Caro Pietro,
forse, l’impulso a scriverti non è dovuto al fatto d’essere consigliere comunale di una penosa amministrazione della quale faccio parte, ma sicuramente, prevale in me l’essere madre ed educatrice di tanti ragazzi vetrallesi che ho avuto ed ho il privilegio e la felicità di avere sotto i miei occhi per tanti anni.

Il tuo grido disperato, forse, verrà da qualcuno letto in modo distorto. Non tutti possono o vogliono capire l’angoscia di un giovane che per anni ha lavorato con passione e professionalità investendo in tutto quello che giornalmente portava avanti, sperando che tutto ciò doveva essere il futuro.

Se errori sono stati commessi, non sono tuoi, sono del sistema ipocrita ed in particolare di quello della politica delle parti, tu, come ogni altro giovane hai giustamente sperato e sei stato vittima di lentezze, indecisioni ed ipocrisia.

Non ti conoscevo prima di salire le scale del nostro comune, ti ho visto lavorare come molti altri ragazzi in quella sede, ho scambiato qualche parola con te solo l’altra mattina, prima del consiglio.

Tu, conosci il mio punto di vista perché, l’ho dichiarato durante le sedute consiliari più volte. Una cosa è certa: avete voi tutti subito un martirio giornaliero dovuto a persone che dell’indecisione ne fanno una virtù.

Sto cercando di dare il mio contributo, come tanti altri, per risolvere la vostra situazione.

Il mio scritto non vuole essere una sintesi della storia, tutti noi la conosciamo bene, in particolare gli addetti ai lavori, ad altri, può arrivare anche distorta a secondo di chi la racconta, a volte, volutamente distorta. Anche questo è un brutto gioco.

Non è mio interesse in questo momento ripercorrere la vostra Via Crucis.

La mia lettera invece, vuole essere un monito, una incitazione a non abbandonarti alla disperazione perché non sei solo.

Hai la fortuna di avere vicino la tua famiglia, gli amici, il sostegno delle persone più sensibili della nostra città.

La battaglia va portata a termine, non si lasciano mai le cose irrisolte, sia per dovere che per giustizia dei fatti.

Il tuo essere battagliero ha un senso educativo, che tu, forse, non hai preso in considerazione, sei di monito per tutti i giovani che nella vita e nel lavoro non sanno più investire ma si riducono a diventare schiavi di altri vizi, tu ti stai impegnando in qualcosa che oltre ad essere un diritto, è lo scopo più leale dell’uomo: lavorare, non rubare, non vivacchiare, ma fortemente vivere.

Attento dunque, non sei solo, altri ti osservano e ti prenderanno come esempio e tu non puoi deludere, per altri giovani sarai maestro.

E’ l’esempio che educa, non le parole. Il coraggio e la lealtà che tu hai dimostrato sono sinonimi di vita e l’uomo non si abbandona davanti alle meraviglie della vita.

Caro Pietro, buona vittoria!
Con affetto, Teresa Sestito Cascitti, maestra elementare

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