- “Stralcio integrale dell’articolo 29 dal decreto anticrisi. Ovvero, si cancelli il provvedimento che riduce drasticamente gli interventi per il risparmio energetico”.

Questa la richiesta che il mondo dell’industria, dell’artigianato e della piccola e media impresa ha rivolto, unitariamente, al governo.

Tra i firmatari della lettera inviata al presidente del Consiglio, ai ministri e ai sottosegretari all’Economia e Finanze e allo Sviluppo Economico, nonché ai presidenti delle competenti Commissioni alla Camera e al Senato, c’è, naturalmente, anche la Cna.

L’associazione di categoria è stata tra i primi soggetti ad esprimere preoccupazione per la misura che limita la possibilità di fruire della detrazione fiscale del 55 percento nel caso di investimenti volti alla riqualificazione energetica degli edifici.

“E’ importante la mobilitazione scattata contro questa parte del decreto. Un primo effetto - dice Adalberto Meschini, segretario della Cna Associazione Provinciale di Viterbo - lo abbiamo già ottenuto con la dichiarazione rilasciata dal ministro Giulio Tremonti, il quale si è detto disponibile ad eliminare la retroattività del provvedimento. Retroattività che assesterebbe un duro colpo a tanti utenti che hanno effettuato investimenti nel 2008. Ma ciò non è sufficiente. L’impostazione dell’articolo 29 è profondamente sbagliata e penalizzante per le imprese e le famiglie”.

Tra i principali rischi del provvedimento indicati dalle associazioni imprenditoriali, il blocco delle riqualificazioni edilizie, con riflessi negativi sul settore delle costruzioni e dell’impiantistica e conseguente perdita di occupazione, l’aumento dell’economia sommersa, lo stop ad investimenti che hanno consentito una sensibile riduzione delle emissioni di anidride carbonica a vantaggio della salute e della qualità dell’ambiente.