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Viterbo - Il 10 dicembre convegno delle Cna sulle strategie per la crescita
Decreto anticrisi, Meschini: "Bisogna fare di più"
Viterbo - 5 dicembre 2008 - ore 16,30

- Per andare oltre la crisi attuale, serve un terapia d’urto che affronti i nodi strutturali.

Di fronte a questa sfida, la Cna Associazione provinciale di Viterbo non si sottrae al compito di ragionare sulle possibili strategie per far ripartire l’economia reale. Un'importante occasione di discussione è offerta dal convegno messo in programma per mercoledì prossimo, 10 dicembre, alle 17 nella sala delle conferenze della Camera di commercio in via Fratelli Rosselli 4.

Presente il segretario generale della Cna, Sergio Silvestrini. L’apertura è affidata al segretario provinciale, Adalberto Meschini. La parola quindi a Giuseppe Capuano, responsabile dell’Area studi e ricerche dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, e a Giuseppe Garofalo, docente di Economia Politica presso l’Università degli Studi della Tuscia. Silvestrini terrà l’intervento conclusivo. I lavori saranno presieduti da Enio Gentili, presidente provinciale.

Sotto la lente d’ingrandimento, ci sarà, naturalmente, anche il decreto anticrisi varato dal governo. Un provvedimento, questo, che la Cna considera “una risposta parziale”. “Bisogna fare di più”, dice Meschini, annunciando che, nei prossimi giorni, nel dibattito in Parlamento, l’associazione interverrà, indicando correzioni e miglioramenti, affinché le misure contenute nel decreto possano rappresentare un contributo reale al superamento della fase di recessione nella quale il Paese è piombato.

Sul pacchetto, Silvestrini si è già espresso: “Il decreto recepisce molte delle proposte avanzate dalle associazioni imprenditoriali, Cna in prima fila, ma i dubbi sull'efficacia sono moltissimi, a cominciare dall'ammontare delle risorse effettivamente a disposizione e dalla loro immediata spendibilità. La decretazione d'urgenza necessita, per essere pienamente operativa, di conversione in legge, di autorizzazione dell'Unione Europea, di decreti attuativi. Non basta porre in essere strumenti condivisibili, occorre creare le condizioni formali e sostanziali affinché essi possano concretamente operare”.

Passando alle considerazioni di dettaglio, in sintesi, per quanto riguarda l’accesso al credito, il decreto rifinanzia il Fondo centrale di garanzia con 450 milioni di euro ed estende all'artigianato l'operatività del Fondo.

Prevede altresì una riserva del 30% della nuova dotazione di risorse per gli interventi di controgaranzia a favore dei Confidi. “E’ abbastanza per presentarsi in banca con un qualche tipo di garanzia pubblica - osserva la Cna, che evidenzia però due criticità - la piena disponibilità delle risorse previste e la reale efficacia della garanzia pubblica ai fini della ponderazione zero, qualora essa operi nei limiti delle risorse assegnate”, oltre che il mancato sostegno al rafforzamento patrimoniale dei Confidi.

Perplessità anche sul versante del fisco. “Le deduzioni Irap - spiega la Cna - rischiano di non sortire alcun effetto sulle imprese più piccole, in quanto le deduzioni forfettarie applicabili determinano una forte riduzione della base imponibile della componente lavoro, rendendo trascurabile il beneficio.

Anche la riduzione del 3% degli acconti Ires e Irap è poco efficace, poiché resta l'obbligo di corrispondere la quota residua entro il 31 dicembre. Ottima cosa, inoltre, pagare l’Iva a incasso avvenuto. Per diventare operative, queste misure devono però essere autorizzate dalla Commissione europea - sottolinea l’associazione di categoria -.

Ultima incognita, non per importanza, la definizione del volume d'affari cui applicare questo regime. Positivo - secondo la Cna - l'intento di rivedere gli studi di settore, mentre nulla si muove rispetto al recupero dei crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione. Risultano, in ogni caso, discriminate, per diversi aspetti, le esigenze delle imprese individuali, escluse da molte agevolazioni”.

Condivisibile l’impostazione della parte relativa al lavoro, dal nuovo impulso ai premi di produttività alle forme di sostegno al reddito a favore degli apprendisti e dei collaboratori coordinati e continuativi. Ma, anche in questo caso, si pone il problema delle risorse e dei tempi di erogazione.

Quanto al bonus famiglia, risulta incomprensibile, per la Cna, l’esclusione del lavoro autonomo e delle nuove professioni. Così come il blocco delle tariffe, se ci sarà, non riguarderà le piccole imprese.

Paradossale, infine, è giudicata la riduzione i benefici per la riqualificazione energetica degli edifici, tanto che la Cna ha richiesto lo stralcio dell’articolo 29 (che si riferisce a questa misura) dal decreto.

Insomma, non mancano gli elementi positivi, ma occorre fare decisamente meglio contro la difficoltà crescente della piccola impresa. “Per generare fiducia e rimettere in moto la crescita”, come recita il titolo del convegno del 10.

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