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Viterbo - Arcionello - Gigli bacchetta sindaco e vicesindaco e paventa uno scontro interno alla maggioranza
"Marini distratto e Meroi disattento"
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 15,00

Rodolfo Gigli
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- Il parco dell’Arcionello e la crisi isterica della maggioranza in Comune. Altro round del match sull’istituzione della riserva naturale. Stavolta a suonarle è Rodolfo Gigli. Destinatari, Giulio Marini e Marcello Meroi.

Sindaco e vice mettono sul "banco degli imputati" l’Udc per la legge regionale che istituendo la riserva ha spazzato via la lottizzazione a Pian di Cecciole. Ma Gigli di stare su quel banco nemmeno ci pensa e rispedisce al mittente le accuse.

Lanciandone a sua volta. A Marini: “Troppo distratto dai tanti incarichi che ricopre” e a Meroi: “Disattento”.

Così, mentre a Viterbo tutto taceva in Regione la proposta andava avanti. “I due – spiega Gigli – usando una frase di Meroi, sabato hanno detto un sacco di stupidaggini e inesattezze. In tutta la vicenda si sono comportati con estrema leggerezza”. E soprattutto in grave ritardo.

“La perimetrazione approvata dal consiglio comunale – dice – lo avevo fatto presente, ormai era tardiva”. Difatti, di lì a pochi giorni la Regione, che legifera in materia, è andata avanti per la sua strada. “Quando in consiglio è stato il momento di votare – ricorda Gigli – ho chiesto al capogruppo Cicchetti (An) se fossero arrivate da Viterbo sollecitazioni per un emendamento che modificasse la perimetrazione, o osservazioni.

Mi ha risposto che c’era solo una richiesta da parte di Meroi per rinviare la discussione. Proposta andata al voto e che noi abbiamo sostenuto. Ma è stata bocciata”.

A quel punto si è passati al voto, dopo una velocissima discussione. “In sala - dice ancora – nessun intervento, tranne quello per il rinvio. E non risultava all’assessore documentazione inviata dal Comune. Quindi si è votato”.

Ma ci sarebbe una raccomandata datata 25 novembre da parte del Comune che contiene quanto aveva deliberato palazzo dei Priori. Salvaguardando Pian di Cecciole. “Affidare a una ricevuta di ritorno un tema così importante, la dice lunga sull’interesse che ha il Comune – osserva Gigli – sapendo che la discussione in Regione era fissata per il 26 novembre e che solo per un caso è slittata di qualche giorno.

Se veramente erano interessati a modificare la perimetrazione, potevano muoversi diversamente. Prendere tutti i documenti, andare a Roma, parlare direttamente con l’assessore. Torno a chiedermi: erano veramente interessati?”.

Gigli un’idea del perché si sia arrivati a questo punto, ce l’ha. Basata più sul suo fiuto politico che non su certezze. Ma a volte, a pensare male…“Azzardo un’ipotesi. Il parco – osserva Gigli – dalla precedente amministrazione potrebbe essere stato usato per arrivare all’approvazione del piano intergrato.

Una volta approvato quello, infatti, tutto il resto è caduto nel dimenticatoio.

Noi più volte abbiamo sollevato il problema, pure in commissione. La nuova amministrazione, probabilmente, si sarà voluta togliere qualche sassolino dalla scarpa. Visto che chi li ha preceduti ha voluto quella lottizzazione, non muovendosi per tempo hanno dato ampi margini alla Regione per approvare la riserva naturale, accogliendo l’emendamento di Legambiente che cancella gli edifici da Pian di Cecciole”.

Supposizioni, con sullo sfondo un braccio di ferro tutto interno ad An, Gabbianelli Meroi.

E a chi lo accusa d’avere prima approvato il piano integrato in Comune e poi in Regione avere votato una legge che lo cancella, replica:

“Sono polemiche stupide – osserva – la mia proposta di legge sull’Arcionello, datata settembre 2006, escludeva dalla perimetrazione il piano integrato”.

Oggi, tagliando i privati, quindi le risorse che avrebbero versato quale contropartita, c’è il rischio che il parco non si farà mai. Sostengono in Comune.

“Occorre più prudenza da parte di chi governa, anzi dovrebbe governare – ironizza Gigli - sul futuro sono state innescate polemiche stupide. Ci sono già 50mila euro da spendere.

La Regione ha promesso finanziamenti anche per le prossime annualità. E la Provincia, che dovrà gestirlo, attraverso il piano d’assetto, può anche proporre modifiche”.

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