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Viterbo - Sabato 13 dicembre ore 21,15 al teatro Calanchi
"Terramara", i briganti arrivano a Lubriano
Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 16,00

- Sabato 13 dicembre alle 21,15 andrà in scena al teatro Calanchi di Lubriano lo spettacolo sulla nascita del brigantaggio, “Terramara” di Gianni Abbate.

Lo spettacolo viene presentato in occasine della prima giornata della rete nazionale di Cultura popolare e andrà in contemporanea con altri 12 eventi in tutta Italia.

Ci sono ancora oggi dei buchi storici enormi, su come si arrivò all’Italia unita. Alcuni incartamenti che riguardano il brigantaggio politico che va dal 1860 al 1870 sono ancora dei tabù.

Per esempio, l’Arma dei carabinieri non ha aperto i suoi archivi che riguardano gli episodi del cosiddetto brigantaggio, mentre l’esercito lo ha permesso solo cinque anni fa.

Ci sono archivi ancora secretati come se fossero segreti di stato, ma stiamo parlando di cose avvenute più di un secolo fa, nel 1860.

In “Terramara” la narrazione storica sull'esplodere del brigantaggio dopo la spedizione dei Mille e l' "invasione" dei piemontesi si intreccia al racconto aspro e scioccante di quattro briganti che Gianni Abbate ha scelto fra le biografie di centinaia di briganti veri, cancellate dai fiumi di retorica che accompagna sempre la "storia" dei vincitori.

Due uomini, capi briganti venuti su dal fiume di rivolta dei contadini senza terra, passati da una schiavitù all'altra, e due donne, brigantesse che all' "epica" della ribellione contro gli invasori piemontesi intrecciano la tragedia della loro specifica condizione femminile in un mondo dominato dalla crudeltà della guerriglia e delle vendette.

Ma fra i registri che lo spettacolo affronta - narrazione storica, epica e tragedia - ci sono anche quelli del comico e del grottesco, che sono poi l'unico modo per affrontare "seriamente" episodi come il famoso incontro a Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele o fra quest' ultimo e Napoleone III di Francia.

Visto poi che anche dai libri di scuola quello che esce alla fine sono solo "macchiette". E tutti i registri usati alla fine si condensano nell'ultima scena, dove lo stesso Gianni Abbate interpreta la vicenda di Carmine Crocco Donatello, un ex bandito diventato brigante e poi finito all'ergastolo a Porto Longone, che ricostruisce in chiave di "guerra" di conquista un Risorgimento visto sempre come una passeggiata trionfale e ricorda invece che per quella Unità ci furono anche dei lager per i ribelli e milioni di morti.

Questo perchè il brigantaggio politico, non è stato altro che una vera e propria guerra civile.

Prendono parte allo spettacolo: Gianni Abbate, Giovanni d’Artibale, Manuela Fioravanti, Andrea Maurizi, Valentina Piazza, chitarra, organetto e voce Enrico Scarinci, chitarra e bouzouki Carlo Melodia, percussioni Valentino Griscioli. Ricerche musicali e musiche originali Enrico Scarinci. I burattini di Garibaldi e Vittorio Emanuele sono di Giovanni d’Artibale, la regia è di Gianni Abbate.

Info: 0761948963.

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