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Viterbo - Bic Lazio - Presentato i risultati del progetto
"Immigrazione e auto imprenditorialità"
Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 17,00

- Bic Lazio ha presentato oggi a Viterbo, nel corso di un workshop organizzato presso la sede del Cefas, i risultati del progetto “Immigrazione e auto imprenditorialità” che ha consentito di mettere a punto un sistema di servizi mirati per il sostegno dei cittadini stranieri che intendono avviare una attività imprenditoriale nella regione Lazio.

Nel corso della sperimentazione di questi servizi, che si è conclusa a Viterbo nel mese di aprile, su un totale di 20 idee di impresa portate avanti da 22 aspiranti imprenditori immigrati, ben 17 sono stati i piani di impresa conclusi.

Il modello di intervento prevede:

- un percorso di accoglienza, orientamento ed elaborazione del progetto di impresa, caratterizzato dalla presenza costante di un mediatore culturale a tutti gli appuntamenti;

- tempi più lunghi nell’erogazione del servizio;

- modulistica modificata ì come oscenza delle normative di settore e di misure agevolate.e, nonchè la scarsa conboscenzaei Paesi di origine e regione. Rispetto agli standard (semplificazione del linguaggio e documentazione non solo in italiano);

- la definizione di tre differenti momenti formativi: un Focus Informa, tenuto con l’ausilio dei mediatori culturali (con l’obiettivo di far conoscere le fonti dei finanziamenti pubblici e le modalità per la creazione d’impresa); e due Focus Impresa per l’elaborazione dei piani di impresa, sempre con il supporto di mediatori culturali, di cui uno monoetnico e uno multietnico (per fornire ai partecipanti gli elementi necessari per individuare i punti di forza e di debolezza dell’idea imprenditoriale. L’obiettivo è supportare gli aspiranti imprenditori nella verifica di fattibilità della propria idea d’impresa, in particolare della fattibilità economico finanziaria e nella realizzazione del business plan).

“Se si guarda alla crisi che stiamo vivendo - ha sottolineato il Presidente di Bic Lazio, Enrico D’Agostino - si ha la consapevolezza che in futuro molte cose cambieranno, che sicuramente nuovi equilibri imporranno un diverso uso delle risorse di cui disponiamo.

In particolare non sarà più consentito la mancata valorizzazione di ciò che si ha. E’ dunque lecito chiedersi fin da ora quali sono le opportunità che possiamo mettere in campo per creare nuova ricchezza e quindi nuove condizioni per lo sviluppo.

Proprio per questo - spiega D'Agostino - ritengo che sia fondamentale approfondire la discussione e la riflessione sul ruolo dell’imprenditoria immigrata nel nostro paese e in particolare nel Lazio e promuovere una politica per un suo rafforzamento”.

Nel corso della sperimentazione effettuata da Bic Lazio, un dato è emerso con forza: la necessità di operare direttamente con le rappresentanze delle comunità straniere che rappresentano nella maggior parte dei casi, il primo, se non l’unico punto di riferimento per gli immigrati di nuova generazione.

Dall’analisi dei fabbisogni degli immigrati appare lampante come le difficoltà nella creazione di impresa siano solo parzialmente assimilabili alle difficoltà degli aspiranti imprenditori italiani, in quanto problemi di natura culturale, sociale e linguistica pongono delle barriere spesso insormontabili.

Nel modello è stata quindi prevista sia la formazione degli operatori che saranno deputati a erogare i servizi sperimentati, che il ricorso a mediatori culturali. Il rapporto che si è instaurato con l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) cerca di rispondere proprio a questa esigenza.

Dall’indagine effettuata (4 “focus group”) da BIC Lazio con potenziali imprenditori immigrati nella provincia di Viterbo (appartenenti alla comunità latino americana, maghrebina, rumena e albanese), sono emersi chiaramente quali siano i loro bisogni e le loro aspettative.

Per quanto riguarda le difficoltà incontrate dagli aspiranti imprenditori, è apparso evidente come le pratiche amministrative, già di per sé ostiche, risultino ancor più onerose per gli immigrati, perché meno conosciute e regolamentate da normative più complesse.

Difficile anche la procedura per il riconoscimento dei titoli di studio e professionali acquisiti nei Paesi di origine, che potrebbe favorire l’inserimento in settori di attività più appetibili e qualificati.

Così come è complicato accedere a finanziamenti e prestiti da parte del sistema creditizio, anche per la scarsa conoscenza delle normative di settore e di misure agevolate.

Il numero delle imprese straniere nel viterbese è un fenomeno in aumento. Si tratta di un canale di inserimento lavorativo non più marginale ma rappresenta una soluzione occupazionale promettente, favorita dal tessuto economico locale caratterizzato dalla presenza di imprese piccole e molto piccole.

Comincia infatti ad essere ben visibile la presenza del lavoro autonomo straniero, come per esempio nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, soprattutto grazie alla presenza di rumeni, albanesi e nordafricani che lavorano attraverso ditte individuali.

Bic Lazio è la società della Regione che si occupa di creazione e sviluppo di impresa, ma è solo uno degli attori in gioco. E’ necessario infatti che gli enti locali operino in rete, per supportare l’aspirante imprenditore immigrato nel superamento di tutte quelle difficoltà, di ordine anche pratico, che precludono o quanto meno inibiscono l’avvio d’impresa: per esempio il riconoscimento dei titoli di studio, l’avvio delle procedure per i permessi di soggiorno a scopo di lavoro autonomo.

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