:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
     
   
Viterbo - Arcionello - La replica di Marini e Meroi al consigliere regionale
Gigli vuole percorrere la via insieme a nuovi compagni
Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 17,15

Il sindaco Giulio Marini
Copyright Tusciaweb
Il vicesindaco Marcello Meroi
Copyright Tusciaweb
Riceviamo e pubblichiamo - Nella sua conferenza stampa, Gigli afferma due tesi:
La prima: il Comune non avrebbe notificato l’atto di approvazione della perimetrazione alla Regione.

Non sappiamo se sui fax o sulle buste inviate al presidente della giunta, al presidente del consiglio, all’assessore all’Urbanistica, all’assessore all’Ambiente, al presidente della commissione Ambiente, al dirigente dell’Urbanistica della Regione, siano stati indicati cognomi, nomi, luoghi e data di nascita dei rispettivi destinatari, né se siano stati apposti piano, numero di stanza e telefono degli stessi.

Possiamo invece produrre le conferme dei fax e perfino le ricevute di ritorno delle raccomandate inviate, a dimostrazione che coloro che dovevano essere informati lo erano.

La seconda: la perimetrazione proposta nel suo disegno di legge risulta compatibile con l’approvato Piano Integrato.

Ed allora se così è, perché Gigli non ha sostenuto quanto approvato anche da lui in consiglio comunale?

Perché non ha presentato un emendamento?

Perché non ha valutato che quello che la Regione andava a deliberare rendeva impossibile la realizzazione di quello che aveva votato nella Sala d’Ercole?

Perché afferma che solo i consiglieri regionali del PdL avrebbero dovuto presentare richiesta di modifica a quella proposta di legge, in nome e per conto del Comune di Viterbo?

Ma chi è l’unico rappresentante del nostro Comune in Regione?

Chi è in quel consesso l’unica memoria storica della vicenda Arcionello?

Chi è quel consigliere regionale che nel 2006 sostenne la bontà del Programma Integrato e che avrebbe avuto titolo a difendere in maniera semplicemente coerente una sola cosa e cioè la validità di quella scelta fatta anche da lui, dall’assessore comunale proponente e dal suo gruppo di appartenenza?

Come si può sostenere che la posizione tenuta alla Pisana sia compatibile, coerente e in linea con quella espressa in Comune, quando l’approvazione del provvedimento regionale rende inattuabile quello comunale?

Semplicissimo.

Con quel richiamo “dal sen fuggito” alla legittimazione dei soli consiglieri regionali di centro-destra a presentare emendamenti Gigli, per sua stessa ammissione, ha dato la più esplicita, evidente, inconfutabile risposta a tutte queste domande.

La sua scelta in Regione ha avuto un esclusivo e chiarissimo significato: quello politico.

Dare atto di una nuova via che si vuole seguire e della disponibilità a percorrerla insieme a nuovi compagni.

Lasciamo quindi stare le cortine fumogene fatte di indirizzi, ricevute, planimetrie e “contatti personali” (ovviamente del tutto inutili in tale situazione), come lasciamo al gossip ed alla fantapolitica il “braccio di ferro” a cui ha fatto riferimento, comportamenti in cui riconosciamo la particolare esperienza di alcuni politici, ma che non appartengono né al nostro mondo, né soprattutto al nostro costume personale.

Al pari di Gigli anche noi non ci siamo “bevuti il cervello”: sappiamo ancora riconoscere atti e comportamenti e soprattutto ne capiamo il loro vero significato.

Non comprendiamo perchè invece qualcuno non voglia farlo, assumendo coerentemente le responsabilità delle proprie scelte.

E crediamo non solo perchè distratto o disattento.

Giulio Marini
Marcello Meroi

Copyright 2008 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564