- Una folta platea ha preso parte al convegno organizzato da Bic Lazio, Europe Direct Lazio e facoltà di beni culturali dell’università della Tuscia.
L’argomento, gli ecomusei, ovvero una nuova offerta culturale per lo sviluppo sostenibile del territorio. A presentarli, Ilaria Testa dirigente del Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte.
“La nostra regione - spiega la dirigente - è stata la prima in Italia ad avere una legge sugli ecomusei che risale al 1995, nel corso degli anni ne sono nati altri ed ora stiamo cercando di fare rete, l’ecomuseo a differenza del museo classico non è chiuso tra quattro mura, ma è una realtà a cielo aperto, è formato da un patrimonio che è naturale, culturale e economico, non solo materiale anzi il più delle volte immateriale, è l’espressione di un comunità , sono le persone a dare vita all’ecomuseo.
Da qui il termine eco, inteso come relazione tra l’uomo e l’ambiente. E’ la valorizzazione di un territorio, la riscoperta di antichi mestieri, percorsi naturali, eventi e feste tradizionali ”.
Un’ idea innovativa riconosciuta anche dal professor Osbat della facoltà di beni culturali, “Un territorio come il nostro si presterebbe ad essere riconosciuto come ecomuseo, un collante per la comunità e per il riconoscimento della propria identità, con gli ecomusei si diventa interpreti della storia di un luogo”.