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Viterbo - Allerta per la carne irlandese alla diossina - La richiesta della Coldiretti

"Maiale, necessaria la provenienza in etichetta"

Viterbo - 9 dicembre 2008 - ore 18,30

- "E’ necessario estendere immediatamente l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina dopo le emergenze aviaria e mucca pazza".

E’ quanto afferma la Coldiretti di Viterbo, in riferimento all’allerta rapida fatta scattare dalla Commissione Europea per la carne di maiale proveniente dall’Irlanda con una presenza di diossina 100 volte superiore ai livelli massimi consentiti dalle normative europee.

"In Italia le importazioni di carne di maiale fresca, refrigerata e congelata dall’Irlanda sono contenute - sottolinea la Coldiretti di Viterbo - su una quantità di 1,7 milioni di chili nei primi otto mesi del 2008, con un calo del 20% in quantità rispetto allo scorso anno.

Il tempestivo avvio dei controlli a livello nazionale, per verificare se partite contaminate sono effettivamente entrate al pari di quanto avvenuto in Francia e Belgio, è rassicurante - sostiene la Coldiretti di Viterbo - in un paese come l’Italia che può contare sulla più estesa rete di veterinari a livello comunitario.

Ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono anche - afferma ancora la Coldiretti di Viterbo - misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.

Secondo l’indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (98%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale.

Si tratta di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melanina proveniente dalla Cina o l’olio di girasole dall’Ucraina". 

Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004 il paese di origine in cui il miele è stato raccolto, dall'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all’etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008.

"Ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50% della spesa - conclude la Coldiretti di Viterbo - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine". 

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