Riceviamo e pubblichiamo - Le innumerevoli denunce sui mezzi di informazione e nei media sui ritardi e le disfunzioni del recapito testimoniano un momento estremamente critico per il recapito in generale.
Dopo le denunce e gli scioperi messi in campo territorialmente dalla Cgil e dalla Cisl, non migliora la situazione del recapito nei comuni della nostra provincia.
Oltre le continue lamentele da parte dei cittadini, raccolte anche dalle associazioni dei consumatori, notizie preoccupanti ci giungono dagli uffici in merito al disagio cui sono sottoposti i lavoratori che nulla hanno a che fare con le criticità se non nel fatto che subiscono anche loro una riorganizzazione che non funziona.
Non funziona perché una riorganizzazione di un settore così importante per i cittadini non può essere improntato esclusivamente sul risparmio di personale ed a discapito della qualità.
Ora l’azienda ammettendo le criticità ha concordato il cambiamento del modello organizzativo che viene contrattato in questi giorni a livello Nazionale.
Non abbiamo nascosto, come CGIL, le nostre perplessità rispetto ai dati forniti dall’Azienda, e che sono alla base della riorganizzazione del settore.
Dati vecchi che fotografano, per stessa ammissione aziendale, una valutazione delle zone di recapito ferme al 2001, anno dell’ultimo censimento della popolazione residente.
È dal 2002 che le zone di recapito non vengono aggiornate alla crescita della popolazione residente che pure nella nostra provincia è stata ben oltre la media Nazionale e regionale.
Infatti, mentre l’incremento percentuale nazionale è del 3,75% dal 2002, nel Lazio si attesta al 7,35%, con punte nella nostra Provincia che vanno dal 2,39% per il Comune di Viterbo, al 9,11% per la zona di Ronciglione, per arrivare al 9,79% per la zona di Civita Castellana.
Spiccano tra queste medie le percentuali di incremento 2002/2007 di alcuni comuni:
Vitorchiano 29,04%
Monterosi 32,51%
Oriolo Romano 19,76%
Rispetto a questi aumenti di residenti come si organizza il recapito di Viterbo?
Tagliando le zone di recapito del Comune di Viterbo ed aumentando di una sola zona il recapito provinciale.
Nel Lazio, mediamente, ogni zona di recapito deve servire una platea di 1593 residenti, scontando un’alta densità abitativa come quella di Roma a fronte della prevalenza di zone rurali nella nostra provincia.
Inoltre in provincia di Viterbo possiamo riscontrare un fortissimo squilibrio dei residenti serviti per zone di recapito.
A fronte di una media provinciale di 1453 residenti per portalettere riscontriamo in alcune zone una media anche di 1892 residenti serviti per portalettere.
In alcuni paesi la situazione è drammatica, ecco alcuni tra gli esempi più eclatanti.
Comune di Vejano: 1 portalettere per 2284 residenti
Comune di Vitorchiano: 2 portalettere per 4168 residenti (2084 per portalettere)
Comune di Bassano Romano: 2 portalettere per 4656 residenti, record provinciale con 2328 abitanti per portalettere.
Come possa pensare Poste Italiane di garantire la qualità del servizio con questi standard è un mistero.
Ed infatti i ritardi, i disservizi e la posta giacente si accunula negli uffici.
Per non parlare dei disagi e dello stress che i portalettere accusano a fronte di pressioni e, in alcuni casi, minacce dei responsabili che incuranti degli eccessivi carichi di lavoro non adottano i correttivi necessari, stendendo un velo pietoso sulle precarie condizioni di igiene e sicurezza su molti posti di lavoro.
Certo la denuncia immediata è per la carenza di personale, visto che nonostante gli accordi sottoscritti l’Azienda non sostituisce il personale assente per ferie o lunghe malattie, ma aumenta i carichi di lavoro già eccessivi.
Ma la denuncia và sicuramente estesa alla cattiva gestione della riorganizzazione del recapito e alla mancanza di concertazione con le organizzazioni sindacali territoriali, forse perché verrebbero smascherati i dati che l’azienda fornisce ai tavoli regionali e nazionali.
Segretario provinciale Slc-Cgil Viterbo Carlo D’Ubaldo