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L’aeroporto a Viterbo costituirà un volano per lo sviluppo socioeconomico del territorio? Quali i vantaggi, quali le prospettive reali? E quali gli eventuali prezzi da pagare? Finora la parola è stata quella degli esperti, degli tecnici, delle istituzioni. Ma cosa ne pensano i cittadini della Tuscia?
Un primo sondaggio è stato effettuato dagli allievi del corso IFTS regionale per Tecnici superiori per la comunicazione e il multimedia, che vede come ente capofila l’’IIS “Canonica” di Vetralla e come istituzioni scientifica di riferimento la Facoltà di Scienze della comunicazione della”Sapienza”di Roma.
Prima di svolgere uno stage trimestrale presso una dozzina di aziende locali, i corsisti, coordinati dal professor Francesco Mattioli, ordinario di Sociologia alla”Sapienza”, hanno condotto a scopo didattico un’indagine mediante questionario su un campione di oltre un centinaio di abitanti di Viterbo e dei comuni immediatamente adiacenti.
Un campione solo apparentemente esiguo, ma che, essendo stato selezionato per sesso, età, professione, residenza, è statisticamente significativo ed è in grado di fornire qualche interessante indicazione di massima sull’atteggiamento dei viterbesi riguardo all’aeroporto.
I favorevoli all’aeroporto sono oltre il 90% e i pochi contrari si situano prevalentemente nell’area politica di estrema sinistra.
I vantaggi maggiori sono stati indicati nelle nuove prospettive turistiche e occupazionali che si potrebbero aprire, nonché nei benefici effetti sulle infrastrutture di collegamento con Roma e Civitavecchia; c’è anche un terzo degli intervistati che non esclude opportunità di scambi culturali finora neglette.
Ma non si tratta di un favore incondizionato: oltre il 40% degli intervistati ha infatti sottolineato come accanto ai vantaggi occorrerà pagare qualche prezzo: inquinamento e traffico, innanzitutto, ma c’è persino una non esigua minoranza che nutre la preoccupazione che un aeroporto possa portare nel territorio anche confusione, disordine, perdita di identità per la Tuscia.
I più attenti sono i giovani, ma anche coloro che lavorano nel settore commerciale, imprenditoriale e artigianale, segnatamente nel turismo: personalmente, sono soprattutto costoro che sperano di ottenere dall’aeroporto una risposta occupazionale, un ampliamento della loro sfera di attività, un miglioramento complessivo dell’economia viterbese.
In generale, tuttavia, i viterbesi non si fanno eccessive illusioni, sulla”svolta”economica; per quel che li riguarda, gli intervistati sembrano fare assegnamento più su un miglioramento di strade e ferrovie e sulla presenza di un aeroporto sotto casa, che su un’improvvisa manna dal cielo (e il caso di dirlo…) che risolva tutti i problemi della Tuscia.
Un segno forse di maturità, o di diffidenza, da parte di una popolazione troppe volte disillusa?
Un dato che balza all’occhio, comunque, è che gli intervistati hanno una cognizione approssimativa del problema; riguardo all’aeroporto, pochi (non oltre il 10%) si affidano ad adeguato ventaglio di informazioni dirette, offerte da media e da istituzioni, molti (due terzi) si basano su dati di seconda mano, raccolti fra amici e conoscenti.