Riceviamo e pubblichiamo - Mentre le indicazioni regionali, lentamente ma in modo inequivocabile, si muovono verso la scelta della riduzione dei rifiuti e della raccolta differenziata “spinta” come elementi prioritari per la gestione sostenibile dei rifiuti, e mentre si conviene sulla necessità di chiudere il ciclo a livello regionale anche con l’indicazione di un numero di linee di termovalorizzazione (sei attive + due di riserva) vi sono pressioni e spinte affinché il ciclo venga chiuso nella Tuscia con il ricorso ad un inutile impianto di incenerimento.
Nello specifico viterbese eclatanti alcuni dei dati per comprendere la truffa che sottende alla scelta dell’inceneritore.
Il servizio di raccolta domiciliare porta a porta (anche della frazione umida) è consigliata per i comuni medio/piccoli sotto i 10.000 abitanti e la RD si alza intorno ad un dato medio del 60% (come avvenuto in oltre 800 comuni italiani) e come avviene oggi nei comuni di Monterosi e Acquapendente che dopo pochi mesi viaggiano stabilmente sopra il 65% di raccolta differenziata.
Su base regionale Viterbo produrrebbe in questo caso solo il 3% del CDR regionale ovvero circa 1/30 del CDR totale del Lazio (circa 22 mila t/anno) . Questo implica una prima valutazione oggettiva: per far funzionare un inceneritore/termovalorizzatore a Viterbo (almeno 80/100.000 t/anno di CDR) dovrebbero arrivare rifiuti da Terni e Roma. Una ulteriore e dannosa servitù.
Chiediamo quindi la immediata realizzazione di un sistema di impianti per il trattamento dell’organico (siti di compostaggio) e della selezione della differenziata (ecocentri) su tutto il territorio provinciale, per consentire ai comuni l’immediata partenza della raccolta porta a porta supportata da una capillare campagna di informazione e per quanto riguarda la pre-selezione dell’indifferenziata, la realizzazione di un nuovo impianto con metodologia di trattamento meccanico/biologico a freddo che sostituisca l’ormai obsoleto di Casale Bussi (mai entrato in funzione realmente) e che consenta di recuperare un ulteriore importante percentuale di rifiuti riciclabili.
A fronte di una situazione occupazionale di emergenza nella Tuscia, la scelta della differenziata è un elemento di enorme importanza.
Stimato il costo per la diffusione su tutto il territorio viterbese della raccolta domiciliare pari a oltre 7 milioni di euro in 4 anni, a fronte di un incremento occupazionale stabile di circa 200 nuovi addetti a tempo indeterminato, si stima che le risorse per la copertura di queste unità potrà essere compensato dal risparmio per mancato conferimento in discarica entro il primo anno.
Quindi una denuncia: secondo i dati ufficiali (fonte rapporti APAT e Regione Lazio) l’impianto di produzione di CDR di Casale Bussi, gestito dalla Società Ecologia Viterbo srl, con la sua potenzialità dichiarata di 215.000 t/anno, non produce CDR. E non ne avrebbe mai prodotto!
Nonostante un aumento delle tariffe che doveva servire a produrre CDR (l’ambiguo decreto Verzaschi) e nonostante la possibilità di conferire il CDR prodotto alle linee di termovalorizzazione presenti nella regione Lazio, la società Ecologia Viterbo ha continuato a portare a Moterazzano (gestita dalla stessa) finte ecoballe, facendone pagare il costo ai cittadini.
Conseguenza: la discarica è stata esaurita anticipatamente con un CDR non a norma.
Intanto negli impianti regionali (collegati in una fitta rete di interazioni societarie con la Ecologia Viterbo) viene bruciato per il 60% CDR proveniente da altre regioni. Se questo fosse confermato, sarebbero chiare le responsabilità di una gestione non corretta del ciclo da parte della società che gestisce l’impianto e che è controparte delle amministrazioni viterbesi nel contenzioso sulle tariffe.
Un danno enorme alla collettività.
Urgente una indagine accurata e la verifica da parte degli organi di controllo amministrativi e giudiziari per quanto concerne il gestore degli impianti e per gli amministratori che avrebbero dovuto controllare e non l’hanno fatto.
Nei prossimi giorni sarà presentato un esposto alla magistratura.
Antonio Capaldi Sinistra Democratica
Mario Ricci Partito della Rifondazione Comunista
Anna Moscucci Verdi per la Pace di Viterbo