|
Copyright Tusciaweb |
- “Come avevamo previsto il fatto di anticipare i saldi di fine stagione invernale a ridosso del Natale non ha fatto che diminuire gli affari dei commercianti, che in questo periodo puntano molto per le vendite non riuscite durante il resto della stagione”.
E’ negativo il giudizio di Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo, sull’andamento dei saldi nel settore dell’abbigliamento.
Non solo per i dati non confortanti sugli acquisti di fine stagione ma sulle modalità con cui si sono svolte le vendite al ribasso.
“Sei settimane sono davvero troppe continua Peparello per gli sconti sull’abbigliamento di fine stagione.
E’ noto che nelle prime due settimane si concentra la grande maggioranza degli acquisti, figuriamoci la dispersione del cliente per altre 4 settimane.
Serve innanzitutto di riprogrammare il periodo dei saldi, facendoli partire tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, quando la possibilità che gli affari vadano meglio è molto più alta. Si sa, inoltre, che contro i ricavi dei commercianti giocano vari fenomeni. Tra questi l’ingresso nel mercato di soggetti economici che vendono solo nelle settimane dei saldi e ribassi che ci sono anche in altri periodi dell’anno.
Lo scopo di questi fenomeni è fare cassa. Chi abusa del mercato fa un enorme danno ai commercianti che si attengono alle regole del periodo dei saldi, anche se c’è da dire che altre vendite speciali durante l’anno non sono vietate per legge”.
Quello che risulta evidente è la mancanza di una chiara regolamentazione del settore, che incide direttamente sulle possibilità di acquisto da parte della gente.
“Nel periodo natalizio dice il presidente della Confesercenti di Viterbo sono stati venduti molti capi d’abbigliamento e pelletteria. E’ probabile che nel periodo dei saldi molti non abbiano trovato le taglie e le confezioni di loro gradimento per la vendita generalizzata di Natale.
L’accorpare i saldi a ridosso delle feste, poi, ha fatto il resto. E’ indispensabile che ci siano due periodi annui per l’effettuazione delle vendite di fine stagione: due periodi ben definiti ed uguali per tutte le regioni e di durata non superiore ai 30 giorni.
Solo così la clientela può avere sicurezza sulla trasparenza delle vendite ribassate. Per quanto riguarda le caratteristiche dei prodotti venduti torna di moda la qualità e la marca, che viene trovata a prezzi scontati ed è più accessibile”.
Il trend negativo dei saldi va di pari passo con la crisi economica.
“Intorno al calo, valutabile intorno al 5%, degli affari di fine stagione conclude Peparello è chiaro che bisogna ricordare la crisi che è ancora in atto. Il potere di acquisto della fascia media della popolazione è calato e ne risente direttamente il settore del piccolo e medio commercio.
Si spera che il prossimo governo tenga tra le sue priorità il rilancio dei consumi e del potere d’acquisto del ceto medio che, notoriamente, è quello che indirizza l’andamento economico nazionale e, per quello che ci riguarda, quello del commercio”.