Riceviamo e pubblichiamo
|
Regino Brachetti
Copyright Tusciaweb |
- Regino Brachetti non è il mago Houdini, quindi non può far sparire nessuno.
Fatta questa doverosa premessa, ne deriva che la ricostruzione giornalistica fatta oggi da un quotidiano locale sulla nascita e lo sviluppo, a Viterbo, del progetto “Rosa Bianca” sconta una interpretazione errata, sia dal punto di vista delle finalità dell’iniziativa politica, che nella individuazione del percorso avviato per raggiungerle.
Le basi del processo costituente di questa nuova formazione sono state poste a Tuscania, nel novembre dello scorso anno, nel corso di un seminario a cui hanno partecipato alcune delle menti più lucide della politica, dell’economia, del giornalismo e della società civile di questo Paese.
E proprio per il livello del dibattito che da quel giorno è stato avviato, il fenomeno “Rosa Bianca” non può essere ridotto alla semplice conta dei posti, o alla distribuzione di scranni e strapuntini.
Il mutato scenario politico nazionale, provocato dalla nascita del Pd che ingloba al suo interno i Radicali, da una parte, e il conseguente spostamento a destra del Pdl, hanno posto, e continuano a porre oggi, con stringente urgenza, la necessità di creare un centro forte e strutturato, che non può essere, però, la riproposizione in salsa nostalgica della gloriosa e amata Democrazia Cristiana, ma deve, viceversa, rappresentare il luogo politico di riferimento per tutti coloro che si riconoscono nei valori del cattolicesimo democratico e solidale, e in cui donne e uomini di buona volontà possano muoversi con pragmatismo e concretezza, alla ricerca di soluzioni in grado di soddisfare i bisogni primari dei cittadini.
E’questa l’essenza del progetto, che non può e non deve essere, dunque, svilito con interpretazioni personalistiche o, peggio ancora, utilitaristiche, ma che, al contrario, segna un punto di svolta, per coloro che non si riconoscono in un bipolarismo falso e personale, che nel Paese dei mille Comuni non attecchirà mai, se non per ragioni di convenienza.
Sintetizzare, inoltre, il bisogno urgente di un confronto sui problemi del territorio in un incontro (?) tra “Regino e Nando”, vuol dire, invece, sminuire la necessità di affrontare in fretta i problemi gravi del capoluogo e del Viterbese, che non sono l’isola felice che in molti, anche tra i politici, tendono a descrivere.
Ma al di là delle interpretazioni e delle ricostruzioni giornalistiche, che per definizione contengono sempre buone dosi di fantasia, mascherata dal cosiddetto “retroscenismo”, quello che è certo è che l’impegno assunto dall’Udeur nei confronti degli elettori, rispetto alla fedeltà dei propri rappresentanti alle maggioranze di Provincia e Regione, verrà mantenuto fino in fondo, al di là delle diverse scelte politiche susseguenti.
Una determinazione che dimostra la serietà delle persone e degli amministratori vicini a Regino Brachetti. Atteggiamento che si traduce nella dedizione totale e completa nei confronti del mandato assunto, a cui tutte le forze presenti in Provincia dovrebbero attenersi, pensando di più ai problemi del territorio, e meno alle formule politiche nazionali.
Regino Brachetti