Riceviamo e pubblichiamo - Il sottoscritto procuratore è stato autorizzato dai familiari a comunicare agli organi di stampa quanto segue.
Non corrisponde assolutamente a verità la circostanza che De Guidi avesse un amante tantomeno un giovane Haitiano - e che lo stesso sia ritornato mai in Monte Romano.
Era capitato invece che De Guidi che tornava ogni estate per dare una mano alla sorella nella nota attività da tempo gestita nel bar di famiglia a Monte Romano era rientrato varie volte in Italia con una donna dominicana che faceva parte dell’attività in Santo Domingo.
Invero De Guidi gestiva (così come aveva fatto per tanti anni per il bar a Monte Romano) un locale ristorante nel nord dell’isola di Santo Domingo, a Puerto Plata, attività che aveva in società con un altro Italiano, della sua stessa età, e che era già sposato da tempo con una donna del luogo: attività commerciale florida e che anzi ultimamente era in fase di ristrutturazione.
Purtroppo però De Guidi aveva scelto come luogo di abitazione un immobile a ridosso di una zona mal frequentata di Santo Domingo e popolata soprattutto da haitiani, tanto che ultimamente anche il suo socio lo aveva esortato a trasferirsi in una nuova residenza.
Era anzi capitato ma De Guidi non gli aveva dato l’importanza che poi tragicamente ha assunto , che circa un mese fa sempre ignoti avevano tentato di entrare nella sua abitazione desistendo poi forse per la inaspettata presenza del De Guidi.
Alla luce di quanto sopra si smentiscono categoricamente sia le voci di presunti rapporti, tantomeno omosessuali, e/o con soggetti giovani (o, peggio, giovanissimi), mentre solo da ultimo la famiglia, che comunque gli era rimasta sempre unita, ha appreso dal socio le prime indiscrezioni investigative in Santo Domingo.
Sarebbe (anche se il condizionale è d’obbligo) invero emerso che la sera di martedì 19, mentre il De Guidi si trovava al computer (peraltro unico, o quantomeno preferito, modo di collegamento con la famiglia) e (forse) proprio mentre chattava con uno dei nipoti, è stato aggredito da ignoti che lo avrebbero sorpreso alle spalle.
Infatti De Guidi ha ricevuto un primo colpo dietro il collo (e ciò a dimostrazione peraltro, del fatto che il suo aggressore lo ha dovuto sorprendere e non era un suo conoscente né tantomeno un amante!) e, quindi, sia stato ferito ulteriormente, e forse ucciso, direttamente con un secondo colpo quando, evidentemente voltatosi, ha tentato di difendersi in qualche modo.
Le uniche voci, o meglio le uniche indiscrezioni che sarebbero emerse, sono quelle che indicano appunto (e forse) in un giovane haitiano e (forse) della complice di questi -, una donna che svolgeva le pulizie nell’abitazione privata del De Guidi - l’autore dell’aggressione.
Tali indiscrezioni sarebbero state confermate nottetempo (a causa del diverso fuso orario) dal socio del De Guidi che, appunto (e a dimostrazione degli ottimi rapporti instaurati dal De Guidi) si è messo in contatto con la famiglia per regolare le questioni economiche visto che il De Guidi ultimamente (e forse in ragione dei lavori di ristrutturazione anzidetti) aveva una disponibilità economica nell’abitazione che poi (forse) è stata la causa, o comunque il movente, che ha indotto la sua donna di servizio a ordire con l’haitiano (del tutto sconosciuto al De Guidi) l’aggressione sfociata nel delitto.
Particolari agghiaccianti che sono emersi riguardano infine da un lato il fatto che il primo a subdorare che fosse successo qualcosa è stato proprio il nipote che si è visto interrompere di colpo la chat in corso nonché il fatto che il giorno successivo all’uccisione il socio, preoccupatosi di non averlo visto, aveva chiamato al telefono cellulare di De Guidi dove aveva risposto una voce diversa tentando di giustificare l’assenza di De Guidi (con una sua gita in moto): leggerezza questa commessa dall’ignoto utilizzatore del telefonino su cui le autorità del luogo stanno particolarmente investigando.
Fatto sta che il socio di fronte alla prolungata assenza anche nei giorni successivi, si recava presso l’abitazione di de Guidi dove, rinvenendo la macchina regolarmente parcheggiata e la porta di casa quasi aperta, decideva di entrare nell’appartamento facendo la macabra scoperta.
Tanto si doveva per ricondurre le notizie nell’ambito di quanto a conoscenza dei familiari e a disposizione per ogni ulteriore chiarimento a tutela altresì della memoria di De Guidi.
Avvocato Remigio Sicilia