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Il luogo della tragedia
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Riceviamo e pubblichiamo
- Ancora una volta il mondo del lavoro paga un tributo altissimo, quattro lavoratori di Castiglione in Teverina sbalzati in aria, morti carbonizzati, un altro ricoverato in ospedale con gravi ustioni.
Dall’inizio dell’anno il contatore delle “morti bianche” segna 105 lavoratori morti, 105.500 infortuni, 2638 lavoratori invalidi, è una mattanza quotidiana che come Paese non possiamo più accettare.
A poco servono gli appelli, i richiami, le normative scritti su fogli di carta bianca se non si riscopre il valore sociale del lavoro, la sua centralità nell’agire politico.
E’ tempo di dire basta, il mondo del lavoro è stanco delle parole di circostanza che seguono regolarmente il giorno dopo il fatto, la sicurezza nei luoghi di lavoro deve trovare dignità culturale e spazio nelle priorità dell’agire politico.
Davanti a queste cifre “la strage silenziosa” sui luoghi di lavoro c’è bisogno di un impegno costante e quotidiano uscendo dalla dimensione di emergenza legata ai fatti luttuosi ed eclatanti.
Investire in sicurezza è un atto di civiltà per riaffermare il diritto al lavoro sicuro, al lavoro dignitoso che dia a ciascuno di noi la garanzia di tornarsene a casa intero ed integro nel fisico e nello spirito.
Cgil-Cisl-Uil di Viterbo nell’esprimere profondo dolore e piena solidarietà alle famiglie coinvolte nella tragedia chiedono ai lavoratori tutti di effettuare una sosta di 5 minuti inizio turno per solidarietà, ma soprattutto per esprimere la propria rabbia nei confronti di chi vede la sicurezza non come “ valore” verso cui tendere con opportuni investimenti in mezzi e formazione,ma come un costo e come tale, da ridurre il più possibile.
Cgil
Martinelli
Cisl
Pelecca
Uil
Turchetti