Riceviamo e pubblichiamo - Si può fare! O meglio, ci vogliamo già aprire al mondo? “Yes, we can!”.
C’è un sogno che abbiamo condiviso con migliaia di viterbesi e questo sogno si chiama aeroporto.
Questo mio sfogo va letto come una sorta di memoria futura e un appello per evitare che il sogno venga distrutto.
La notizia che dal prossimo 3 luglio la zona che dovrebbe ospitare lo scalo potrebbe diventare “Area riservata R53” ha suscitato grande scalpore al punto che mi sono subito attivato come presidente dell’Aeroclub e accountable manager della scuola di volo da me diretta inoltrando agli organi competenti una disapprovazione per quanto stava succedendo.
Azione che ha avuto gli esiti sperati in quanto oggi l’Enac ha comunicato all’Enav di sospendere le procedure avviate ripristinando la posizione precedente.
E almeno questo sembra sistemato.
Ma i miei pensieri tornano all’aeroporto che verrà.
Sono ormai trascorsi molti mesi, io penso addirittura troppi, da quel giorno di novembre in cui abbiamo appreso con gioia l’assegnazione dello scalo a Viterbo da parte del Ministro Bianchi.
Ci sono state una serie di evoluzioni politiche che hanno per forza rallentato il progetto, ma è giunto il momento di riprendere i contatti con le autorità competenti.
Tutto questo chiederà del tempo e quindi mi pongo una domanda: perché non partire dal punto fermo della pista già realizzata?
Ci sono ben 1500 metri che aspettano di entrare solo in funzione, in attesa di aprire il cielo della città a milioni di passeggeri”.
Allo stato attuale delle cose ci vorrà ancora molto tempo, anche solo per organizzare e rendere operativa la Conferenza dei servizi.
Tutti quei mesi che passeranno necessariamente possono, anzi devono diventare produttivi…
E l’aeroporto di Viterbo essere fin d’ora una realtà, grazie al progetto di Aviazione Generale, fattibile da subito nello scalo, che potrebbe far atterrare veicoli fino all’ATR42.
Con pochissime strutture, realizzabili in un lasso brevissimo, la pista potrebbe accogliere molti voli e iniziare a essere considerata una realtà aeroportuale.
Sarebbe il modo migliore per onorare le spese già effettuate sullo scalo da parte delle autorità militari, e parliamo di milioni di euro, ma soprattutto ci permetterebbe di utilizzare i tre milioni di euro stanziati per lo scalo viterbese e non ancora spesi, evitando anche il rischio di perderli… e non pensiate che ci manchi molto.
L’aeroporto potrebbe così esistere e operare tranquillamente, per alcuni mesi, in caso di previsione ottimistica, o alcuni anni al massimo, qualora la politica abbia tempi più lenti.
Nel frattempo i benefici dell’aeroporto, tanto cercato e voluto dai cittadini, sarebbero realtà, con l’utilizzo di questo primo modulo.
Appena pronta la macchina amministrativa basterà chiudere lo scalo, realizzare le infrastrutture necessarie all’interno e riaprire alla grande.
Adesso è questo il mio sogno, lo sanno tutti, anche le centinaia di persone che mi stanno contattando in questi giorni, tutti preoccupati per il futuro del nostro scalo.
A tutti rivolgo un appello, ascoltatemi perché l’opportunità di iniziare a operare con l’esistente sarebbe per noi un’ottima opportunità di esordio che vedrebbe coinvolti imprenditori, società aeronautiche, università e operatori nel settore di aerotaxi che oggi sono impossibilitati ad atterrare a Viterbo a causa della chiusura al traffico civile con la possibilità di iniziare a creare occupazione.
Lo voglio realizzato questo sogno, per Viterbo, per i viterbesi.
Naturalmente dobbiamo pensare in grande, ma se oggi possiamo realisticamente già essere nelle cartine dei piloti che sorvolano la Tuscia, non rinunciamo al primo importante passo, che ci farebbe anche comprendere meglio come sarà il domani, quando sarà inaugurato il tanto atteso secondo scalo del Lazio.
E’ scontato da parte mia, ma lo faccio lo stesso, sottolineare la fiducia che ripongo nel sindaco Giulio Marini e nell’assessore all’aeroporto, Giovanni Bartoletti.
Proprio per come li conosco, so che non trascureranno questa mia sollecitazione, pensando solo al bene della nostra città.
Quando Viterbo potrà toccare con mano il nostro sogno, io potrò ritenermi soddisfatto: saluterò e volerò verso altri lidi, a sognare nuove avventure da condividere con quanti vorranno seguirmi.
Stefano Caporossi, presidente dell'Aeroclub