Riceviamo e pubblichiamo - Poste italiane ha da alcuni anni adottato per il periodo estivo riduzioni negli orari di apertura al pubblico degli Uffici Postali.
Tali “riorganizzazioni” sono state adottate da Poste Italiane sulla base di una fisiologica riduzione estiva dell’attività ordinaria degli sportelli, ma negli ultimi anni queste riduzioni di orario e di aperture giornaliere sono state aumentate per ovviare alla forte carenza di personale e per far fronte ai turni di ferie estive del personale.
Tali interventi determinano però una crescente preoccupazione, sia dei cittadini dei Comuni interessati dalle chiusure, sia dei sindaci.
Anche i piccoli Comuni hanno manifestato il disagio generato da tali riduzioni di attività, rappresentando spesso l’esigenza che venissero offerte maggiori garanzie di svolgimento del servizio ai cittadini nell’interesse della collettività.
Rammentiamo che già molti piccoli uffici hanno subito una riduzione di orario di apertura.
3 uffici (Chia, Trevinano, Torre Alfina) sono aperti solo 3 giorni a settimana, mentre altri 4 (Roccalvecce, Vetriolo, S. Michele in Teverina, Castel Cellesi) risultano chiusi per 4 giorni a settimana.
Proprio per mettere un limite all’uso improprio di questo strumento nel 2007 il Ministero delle Comunicazioni ha emesso un decreto nel quale si fissano gli standard minimi di servizio per gli uffici postali nel periodo Luglio-Settembre.
Inserendo tra i vincoli per Poste Italiane quello di informare e concordare con i Sindaci tale “razionalizzazione”.
Quest’anno nella provincia di Viterbo, questo piano di riduzione di orario di apertura al pubblico coinvolgerà 15 uffici, per un totale di 420 giorni tra chiusure pomeridiane e totali.
In 8 uffici questa “razionalizzazione” prevede la chiusura del turno pomeridiano (Viterbo succ. 5, Viterbo succ. 1, Civita Castellana, Montefiascone, Tarquinia, Ronciglione, Vetralla, Tuscania) per altri 7 uffici viene prevista la chiusura settimanale di alcuni giorni per il periodo luglio - agosto. (Le Mosse, Sipicciano, Tre Croci, Zepponami, Bagnaia, civita Castellana succ. 1, La Quercia).
Sicuramente per il personale degli uffici è una boccata di ossigeno ed uno strumento, se vogliamo “improprio”, di reupero psico-fisico, vista la forte carenza di personale alla sportelleria che comporta un forte aggravio dei carichi di lavoro e conseguente forte disagio per tutti gli sportellisti.
Inoltre con queste chiusure il sistema dei distacchi per coprire il personale in ferie sarà ridotto.
Ma è lecito per un’Azienda come Poste Italiane far fronte alla carenza di personale ed alla necessità di garantire la fruizione delle ferie, chiudendo gli uffici postali e quindi necessariamente deteriorando la qualità del servizio a danno dei cittadini ?
È ormai da tempo che il sindacato denuncia la carenza di personale alla sportelleria, resa ancora più drammatica dal blocco del turn-over (in due anni circa 60 pensionamenti con pochissimi reintegri alla sportelleria).
Il Decreto dell’ex Ministero delle Comunicazioni del 2007 aveva l’intento di limitare l’uso improprio di questo strumento garantendo comunque che nessuna rimodulazione giornaliera ed oraria dovesse comportare aperture inferiori a 3 giorni a settimana e a 18 ore settimanali.
Inoltre nessuna riduzione giornaliera ed oraria di apertura al pubblico degli sportelli può essere applicata ai Comuni a prevalente vocazione turistica.
Anzi per questi comuni doveva essere predisposto in accordo con le amministrazioni locali un piano di implementazione dell’orario di apertura al pubblico.
Invece che ampliare si prevede la chiusura del doppio turno, per esempio, a Tarquinia (da giugno e fino al 13 settembre) e Ronciglione (dall’8 luglio e fino al 30 agosto).
Complessivamente da giugno a settembre Poste italiane a Viterbo e provincia avrà 420 giornate di “razionalizzazione” vale a dire che si chiuderanno 313 turni pomeridiani e 107 giornate di chiusure complete.
Sicuramente si risparmia sui costi del personale, sicuramente si permette la fruizione delle ferie estive, sicuramente si dà sollievo agli sportellisti ma per i cittadini ed i pensionati aumentano i disagi.
Per un’Azienda che incrementa di anno in anno i profitti non è un buon segnale.
Per Viterbo e provincia significa in sostanza perdere posti di lavoro.
Questo piano di chiusura doveva essere concordato non solo con il Ministero ma con tutti i Sindaci interessati alle chiusure. Così come doveva essere garantito un sistema di informazione ai cittadini che ad oggi non sembra essere stato attuato
Ancora più preoccupante la situazione per il futuro.
Il 13 giugno è stato raggiunto un importante accordo per determinare il fabbisogno operativo della sportelleria (il cosidetto CDMA)
Con questo accordo è partita finalmente, dopo anni di duro confronto tra Azienda e OO.SS., la discussione di merito sui numeri ed i meccanismi che devono determinare il numero oggettivo degli sportellisti per ogni ufficio.
È un accordo storico per il metodo che ha portato l’azienda finalmente a discutere di carenza di personale ed a siglare un accordo che prevede sistemi concreti e condivisi di valutazione del fabbisogno di sportellisti nei nostri uffici.
Dovrà esserlo anche nel merito quando partirà la trattativa territoriale sui numeri che sicuramente dovranno essere rivisti al rialzo per quanto riguarda la nostra provincia.
Il fabbisogno operativo (standard minimo) fornito dall’azienda di 195 sportellisti non è assolutamente sufficiente a garantire un servizio di qualità nella nostra provincia.
Attualmente infatti negli sportelli della nostra provincia lavorano circa 218 sportellisti che sono già assolutamente insufficienti a garantire un buon servizio alla clientela e standard lavorativi decenti per i lavoratori.
Questo è tanto più evidente viste le numerosi chiusure di uffici postali per il periodo estivo.
Si è avviata la discussione, che prevediamo non sarà semplice proprio perché Poste Italiane si trasforma sempre di più in un’Azienda privata non più di servizi (ai cittadini), ma di profitti a scapito della qualità sia del lavoro sia del rapporto con la propria clientela.
Carlo d’Ubaldo
Segretario provinciale Slc - Cgil