- Ne parlano già i giornali. E c'è anche chi, come Tusciaweb sbatte la notizia direttamente in apertura sulla home page. In città è già Viterbury Pride. A lanciare l'idea è stato il direttore artistico di Caffeina Gianluca Nicoletti, ospite ieri sera allla rassegna culturale e letteraria.
"Perché Todi è l'Atene dei radical fighetti delle terrazze romane? - si interroga lo stesso Nicoletti - Perché Spoleto evoca fremiti all'osso sacro alle più larghe sensibilità musico teatrali del mondo? Perché Spello fu scelta per mistico set cipressesco nella travolgente campagna elettorale di Veltroni? Perché Cetona? Perché Capalbio? ....E Viterbo nulla? Perché...?
Adesso ve lo spiego - chiarisce l'autore e conduttore di Melog -. Perché un giorno del 1973 il regista Edoardo Re (al secolo Mario Caiano, ma sotto pseudonimo, un po' per la vergogna, un po' perché il giorno che ha firmato il contratto era "S. Edoardo Re") decise di regalare all' umanità il suo "I racconti di Viterbury", trash emulation dei "Racconti di Canterbury", film di Pierpaolo Pasolini tratto dal capolavoro della letteratura medievale inglese, composto fra il 1387 e il 1400 da Geoffrey Chaucer. I racconti di Viterbury divenne così il caposcuola lessicale di tutto il genere decamerotico che seguirà il filone aperto da Pasolini con la sua trilogia licenziosa in quegli anni.
L'ambientazione trecentesca degli sboccacciati boccacceschi di quel fantastico filone bmovie sarà sempre contagiata dall'idea che il dialetto viterbese fosse la convenzione cinematografica per antonomasia che più si avvicinasse all'idioma volgare del Boccaccio. Anche la fortunata saga di Brancaleone di Mario Monicelli fu ugualmente girata nel Viterbese, consacrando quella terra di Papi e peccatrici da bulicame all'ignobile pregiudizio. Per questo il mondo volle nell'immaginario collettivo che Viterbo fosse rappresentata come terra di cafoni.
Ebbene proprio per questa ragione sarò più che fiero di proclamare l'iniziativa del "Viterbury pride", giornata dell'orgoglio viterbese, con madrina d'eccezione Orchidea de Santis, che dell'indimenticabile pellicola fu fulgida protagonista. Sarà un'occasione unica per trasformare in gloria l'onta del pregiudizio sui viterbesi.
Già stiamo preparando le magliette con il motto "Anche io sono di Viterbury" e per il giorno del corteo in costume di S.Rosa ci sarà un gruppo di cittadini di Viterbury con il loro glorioso vessillo. Presto altre sorprese conclude il noto giornalista Nicoletti -: intanto... Capalbio trema, Todi nasconditi, Cetona vai al mare!"