- Ancora un primato per l’artigianato della Tuscia.
Nel 2007 - lo dice l’ultimo Rapporto Artigiancassa sul credito all’imprenditoria - sono arrivati al comparto il 7,6 per cento dei finanziamenti deliberati dalle banche a favore dell’intero sistema delle imprese (in euro, 251 milioni su 3 miliardi e 324 milioni): una percentuale che fa guadagnare alla provincia di Viterbo il primo posto nel Lazio, regione dove le risorse erogate agli artigiani raggiungono un magro 1,1 per cento sul totale, e il ventesimo in Italia, in presenza di una media nazionale del 4,3 per cento.
“Questi dati non rappresentano una novità, ma certo confermano che è stata decisiva, per la Tuscia, la scelta di rafforzare il tessuto associativo e di potenziare gli strumenti di garanzia collettiva, che hanno acquisito prestigio per la loro competenza, e, svolgendo, di fatto, il ruolo di intermediari finanziari, hanno contribuito in modo determinante a modificare il rapporto tra impresa e banca, avvicinando quest’ultima al territorio”, osserva Adalberto Meschini, segretario della Cna, il quale evidenzia come, anche nel caso dei depositi bancari dell’artigianato rispetto al complesso delle imprese, la Tuscia esprima, con il suo 3 per cento, un valore superiore alla media nazionale (2,3) e regionale (0,9).
Interessante altresì l’importo medio dei finanziamenti per impresa, pari a 39.300 euro a livello nazionale: nel Viterbese si raggiungono i 30.200 euro, nel Lazio (che in questo caso si aggiudica la maglia nera tra le regioni) ci si ferma a 19mila euro.
“Si delinea anche un miglioramento della qualità del credito, perché diminuiscono i finanziamenti a breve termine, che sono il 46,2 per cento nella nostra provincia e il 46,5 in Italia, mentre nel Lazio non scendono sotto il 47,6.
L’artigianato della Tuscia si mostra sempre più orientato a privilegiare gli investimenti, sta compiendo uno sforzo per la riorganizzazione delle attività e per il miglioramento della qualità dei propri prodotti e servizi”, sottolinea Meschini.
La situazione è dunque tranquilla? “Diciamo che nella Tuscia appare meno difficile, ma le ombre e le preoccupazioni ci sono. Innanzitutto perché -dice il segretario della Cna- la percentuale dei finanziamenti concessi è ancora distante dal Pil prodotto dalle imprese artigiane (circa il 13 per cento in questa provincia). E il mercato finanziario non ci fa stare sereni, con il costo del denaro che sale. E non solo.
Ecco quindi che abbiamo lanciato, a livello nazionale, l’idea di un vero e proprio patto per lo sviluppo: una partnership tra banche, imprese e Cna capace di adottare un metodo che stimoli e consolidi nuove forme di relazione tra i diversi attori dell’economia.
La nostra Associazione - prosegue Meschini - è in grado di mettere a disposizione informazioni qualitative e quantitative che non solo possono facilitare la valutazione delle imprese da parte del sistema creditizio, ma soprattutto sono fondamentali per costruire un’offerta di prodotti creditizi e finanziari rispondente all’esigenza di accrescere la capacità competitiva dell’artigianato e della piccola e media impresa, di investire nelle filiere come di sostenere l’aggregazione e l’innovazione, anche attraverso un più stretto rapporto con le Università e i centri di ricerca, e di aumentare la patrimonializzazione delle imprese”.
“Un più facile accesso al credito costituisce sicuramente una marcia in più. Per questa ragione, anche nella Tuscia siamo impegnati -conclude Meschini- per un patto a tre che guardi al futuro, partendo dall’importante sistema di relazioni tra Cna e mondo del credito che abbiamo realizzato, grazie, in particolare, al lavoro della Cooperativa di garanzia Artigiancoop”.