- “E’ stato emozionante trovarsi in uno dei più importanti musei del mondo. Sicuramente una grande fortuna e un'eccellente opportunità”.
Roberta Sugaroni, collaboratrice restauratrice del laboratorio Restauri lignei del padre Roberto, di Acquapendente, è partita, nei giorni scorsi, alla volta di New York, con l’incarico di accompagnare un’opera da lei restaurata per il Quirinale e di coordinare, al Metropolitan Museum of Art, le operazioni di disimballaggio e di collocazione del pezzo nel percorso della mostra “L’arte delle Corti reali: tesori in pietre dure dei Palazzi d’Europa”, evento realizzato in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure di Firenze.
Roberta Sugaroni, 37enne, ha conseguito, all’Istituto statale d’arte di Orvieto, nel 1988 il diploma di maestra d’arte e nel 1993 quello di maturità d’arte applicata.
Dal 1998 è in possesso del certificato di qualifica di operatore liutaio conservatore, per aver frequentato un corso presso la Scuola di artigianato del Centopievese.
Iscritta al corso di laurea in tecnologie per la conservazione e il restauro di beni culturali presso l’Università della Tuscia, attualmente lavora come esperta in doratura, scultura policroma, lacche e finti marmi.
Si è dedicata, dal 1998 a oggi, al restauro di prestigiose collezioni private e pubbliche, soprattutto nei palazzi e nella chiese di Roma.
Nella capitale, infatti, l’impresa aquesiana è riuscita ad aggiudicarsi importanti appalti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Paesaggistico del Lazio e di altri enti.
L’ultimo pezzo affidato alle sue cure è la base lignea del tavolo conservato nel salottino San Giovanni del Quirinale, ora a New York, essendo il piano intarsiato in pietre dure.
“Il lavoro commissionato riguardava il restauro della bella scultura dorata a sostegno del commesso.
Quest’ultimo è collocabile tra la fine del XVI e gli inizi del XVII, mentre è sicuramente successiva - spiega Roberta Sugaroni - l’opera che ho restaurato con la collaborazione di Aura Colelli e la supervisione di mio padre, titolare dell’azienda e responsabile dell’appalto, sotto la direzione della dottoressa Alessandra Ghidoli, del Patrimonio Storico Artistico-Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica.
Le caratteristiche della base sono l’intreccio dei due delfini sul davanti e il viluppo di tralci e viticci con pampini e grappoli che chiude la parte retrostante attorno a un tronco di vite centrale, asse portante e fulcro della composizione.
Molto bella la bicromia dell’oro: giallo per le figure e verde per il fogliame”.
“La Tuscia deve essere orgogliosa per queste eccellenze che l’artigianato esprime - commenta il segretario della Cna Adalberto Meschini -. E’ bello vedere come conoscenze e competenze, unite all’amore per il lavoro, si tramandino, arricchendosi, da una generazione all’altra e ricevano riconoscimenti così significativi.
Il patrimonio culturale rappresentato dall’artigianato artistico e tradizionale in tanti centri della provincia - conclude Meschini - merita di essere sostenuto e valorizzato”.