Torno ora dalle ferie e leggendo un po’ di stampa arretrata mi colpisce il “Viterbury pride”, la manifestazione dell’orgoglio burino, lanciata durante Caffeina.
Non so se sono fuori tempo massimo ma provo ugualmente a fare qualche considerazione e ad affidartela.
Personalmente credo che abbia colpito nel segno: viterbese burino, possiamo forse offenderci per questa definizione?
Certo, possiamo dire che non è burina la totalità dei viterbesi, ma che in città aleggi un conformismo burino che è stato ben rappresentato in questi anni dal centro destra, mi sembra che sia inconfutabile.
E visti i numeri che girano alle elezioni amministrative, dobbiamo anche ammettere che il conformismo burino la fa da padrone.
Lungi da me il tentativo di ideologgizzare la vicenda, lo capisco da solo che ha un taglio diverso, però, pur avendo militato da sempre a sinistra, ho passato gli anni '80 e '90 frequentando piazza Crispi e il bar Kansas, cioè sono cresciuto a contatto con la stragrande maggioranza della classe dirigente di centro destra di oggi e dunque so cosa pensano certi ambienti.
Per provare a chiarire meglio ciò che vorrei dire, prendo in prestito due importanti temi dell’agenda politica viterbese: l’aeroporto e il termalismo.
Aeroporto: sono in molti ormai a sostenere in separata sede che la costruzione e il funzionamento di un mega aeroporto per voli low cost a meno di 3 km in linea d’aria da Porta Fiorentina è un’operazione molto problematica.
Addirittura ci sono studi in circolazione che tentano di dimostrare che una pista da 4 km che parta dall’attuale sito, a seconda di come viene posizionata incrocerebbe la Cassia o la Tuscanese.
Dunque, problemi seri sulla strada della costruzione dell’aeroporto, ben al di là delle solite entusiastiche dichiarazioni di facciata, ma provate a dire queste cose in un luogo pubblico, sentirete sulla vostra pelle il conformismo burino di chi ama sentirsi abitante di una città internazionalizzata da un aeroporto che non c’è.
Della serie: perché fare i conti con la realtà se l’illusione ci fa star bene?
Termalismo: in Italia ovunque ci siano sorgenti termali si procede lungo due distinte linee d’azione, una verso l’esterno, l’offerta turitisca vera e propria e l’altra verso l’interno, i residenti cioè i veri proprietari delle acque pubbliche verso i quali si dimostra attenzione per come si può.
Ultimo esempio in ordine di tempo che trovo da internet riguarda l’apertura serale estiva della piscina di Saturnia.
Prezzo d’ingresso: 20 euro.
Per i residenti dei comuni di Scansano, Semproniano e Pitigliano15 euro.
Per i residenti del comune di Manciano 8 euro.
Anche qui, provate a sostenere in luogo pubblico che lo sconto sul prezzo del biglietto d’ingresso non dipende dal basso prodotto interno lordo di quelle terre ma da una diversa attenzione nei riguardi dei cittadini.
Sentirete il silenzio assordante del conformismo burino.
Ben venga dunque la giornata dell’orgoglio burino.
Non so quanta gente vi parteciperà ma spero e mi auguro che siano in molti a riflettere.
Fabio Scalzini
Presidente dell'associazione culturale Dialogo