- “La politica della Provincia per ridurre i danni alle coltura da fauna selvatica sta dando ottimi risultati”. L’assessore all’Agricoltura e caccia, Mario Trapè, traccia un primo bilancio delle iniziative intraprese al fine di venire incontro agli agricoltori, rispettando al contempo l’attività dei cacciatori. “Il nostro obiettivo spiega è quello mantenere un equilibrio tra gli interessi dei coltivatori e quelli dei cacciatori, cercando da un lato di limitare i danni all’agricoltura, così da poterli indennizzare in toto, dall’altro di garantire la difesa di una specie che rappresenta comunque un patrimonio”.
Tre le strade individuate: il controllo della popolazione, la difesa delle colture con mezzi di prevenzione meccanica (recinzioni fisse o elettrificate), l’alimentazione complementare (coltivazioni a perdere, foraggiamento dissuasivo).
Da aprile, nella zona di Acquapendente, Proceno e Tuscania sono state effettuate 28 uscite per controllare la popolazione di cinghiali, che hanno coinvolto decine di capi di età inferiore a un anno. I danni ai cereali autunno-vernini ( frumento, orzo e avena) si sono ridotti del 50% rispetto alle aree di non intervento. Le battute sono state effettuate dalle squadre di caccia al cinghiale, sotto la supervisione delle guardie provinciali, con la collaborazione degli agricoltori e il supporto scientifico dell’Università della Tuscia.
I cacciatori hanno anche effettuato foraggiamenti dissuasivi al fine di allontanare gli animali dalle coltivazioni. Le operazioni stanno continuando, con la messa in opera delle recinzioni elettrificate per i campi coltivati a mais per ridurre ulteriormente i danni. Le aree di intervento previste in questo caso sono Castiglione in Teverina, Acquapendente, Proceno e Viterbo. Continuano nel frattempo gli incontri con agricoltori e cacciatori per coordinare gli interventi di gestione della fauna selvatica. Tutte le iniziative proseguiranno, andando a coinvolgere territori sempre più vasti.
Tra i piani in cantiere, l’ottenimento dall’assessorato all’Ambiente di una deroga per poter intervenire anche nelle aree protette della zona di Caprarola e dei Cimini, cioè nella riserva naturale del lago di Vico, dove l’abbattimento è vietato ma risulta indispensabile per arginare la popolazione di ungulati.
“Ringrazio gli agricoltori e i cacciatori conclude Trapè ma anche gli agenti della polizia provinciale che tanto si stanno sacrificando per portare avanti gli interventi. Un plauso anche all’Università, per il prezioso supporto scientifico”.
Il prossimo intervento riguarda la doppia pre-apertura della caccia al cinghiale, prevista dall’assessore Trapè per i primi di ottobre in giorni compatibili con la raccolta dei funghi - proprio allo scopo di prevenire i danni alle colture agricole del periodo.