Riceviamo e pubblichiamo - Egregio direttore,
In merito a quanto apparso nei giorni scorsi sui quotidiani locali a proposito dello shopping serale è forse bene chiarire alcuni punti essenziali.
Innanzitutto è inaccettabile il fatto che i commercianti siano stati indicati come gli unici responsabili del fallimento di questa iniziativa che, se organizzata differentemente, avrebbe forse dato risultati molto diversi e soprattutto una più ampia adesione da parte dei commercianti stessi, sicuramente non così autolesionisti da ignorare la possibilità di fare qualche incasso in più, ed altrettanto sicuramente arcistufi che altri prendano decisioni per loro conto senza nemmeno prendersi il disturbo quantomeno di consultarli.
Tutto questo nel rispetto dei ruoli, chi è stato eletto democraticamente deve amministrare questa città, non ci piove, ma farlo con il più ampio consenso possibile è quantomeno indice di intelligenza e lungimiranza politica.
La realtà è da ricercarsi tra due alternative: o l'Amministrazione ha inserito questa iniziativa dello shopping serale del giovedì senza prima consultare i commercianti interessati, oppure coloro con cui l'Amministrazione ha parlato non rappresentano più i commercianti viterbesi in generale e quelli del centro storico in particolare.
Forse sarebbe il caso che anche altri assessori e consiglieri seguissero la strada tracciata dai capigruppo del Pdl. Contardo, Russo, Peruzzi Talucci ed Obino, i quali per primi si sono resi conto che per rappresentare i commercianti non basta avere una sigla istituzionale come Ascom e Confesercenti, ma ( come previsto anche dalla legge Bersani ) è necessario parlare anche con chi, come Ascovit, rappresenta una realtà locale, una grossa fetta dei commercianti di Viterbo, con buona pace di chi, invece che continuare a porre veti e rifiuti a discutere insieme, invece di impegnarsi in improbabili opere di convincimento farebbe meglio ad interessarsi seriamente ai problemi dei commercianti, di tutti i commercianti!
Coordinamento Ascovit