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Il consiglio comunale
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Il pubblico presente in sala
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- Fuori un venticello fresco invita a uscire e fare due passi. In molti lo hanno fatto ieri sera a Vitorchiano, ma qualcuno, piuttosto che un gelato, ha preferito gustarsi un’edizione straordinaria della seduta di consiglio comunale in notturna e aperta al pubblico.
Per sancire il divorzio da Talete. Separazione unilaterale non consensuale. Sancita da una delibera passata all’unanimità in cui si autorizza il sindaco Gemini Ciancolini a uscire dalla società idrica, restituendo le 850 azioni alla Provincia, al prezzo simbolico di dieci euro.
E ovviamente rinunciando a ricapitalizzare, versando i 14mila euro di competenza dell’amministrazione.
Decisione sottoscritta da tutti i gruppi, compreso il centro destra. “La gestione dell’acqua dice il capogruppo An Marisa Martelli va tutelata e Talete è stata gestita malissimo, indebitandosi.
E oggi si chiede ai comuni di ripianare, ricapitalizzando”.
Prima era toccato al sindaco Gemini Ciancolini dare l’affondo. “La politica decide tutto e i sindaci, soci di Talete, sono tenuti all’oscuro di tutto sostiene a noi è chiesto solo di pagare.
Ma non possiamo versare soldi a una società che ci si dice ha un deficit di un milione di euro, mentre dai bilanci che abbiamo noi, la somma è più alta.
Noi dovremmo cedere il servizio a Talete, dopo gli investimenti fatti. Abbiamo impianti all’avanguardia e la certezza in caso di guasti, d’interventi rapidi. Ma con Talete non sarebbe più così”.
Quindi lancia un invito ai presenti. “Costituiamo un comitato e predisponiamo un referendum sulla materia continua Ciancolini finché non sarà fatta chiarezza, siamo disposti a tutto, pure a ricorrere al Tar”.
Ma il Comune rischia il commissariamento ad acta se non cederà il servizio idrico. Lo prevede la legge.
“Ecco perché serve la presenza dei cittadini osserva per far sentire la voce di tanti. Io sono stato eletto per fare gli interessi della popolazione”. E qualcuno fa notare come di leggi in Italia se ne cambiano tante, pure questa può essere archiviata se non funzione.
La rivolta contro la Galli parte da Vitorchiano.
In sala, una cinquantina di persone sedute, ascolta e approva. Il futuro è incerto. Di sicuro c’è che per effetto della delibera approvata, il 21 luglio alla conferenza dei sindaci, Vitorchiano annuncerà la sua uscita da Talete e sarà tra le amministrazioni (quante?) che non verseranno la quota per aumentare il capitale sociale.
Non sono mancati, durante la seduta, attacchi a quei comuni che pur avendo acquistato una sola azione, durante le assemblee votano al pari di chi invece è in possesso delle quote. Punto su cui Ciancolini già a febbraio ha scritto a Provincia, Prefettura e Procura della Repubblica.
Bordate anche sull’acquisizione di Robur e su quelle non ancora avvenute di Siit e Cobalb.
E siccome Talete è una società pubblica, in consiglio sono stati resi noti gli stipendi dei componenti il cda.
Il presidente guadagna tremila euro al mese. Mentre i consiglieri hanno una remunerazione che varia dai mille ai duemila euro.
Comunicazione trasparente. Come l’acqua.