Riceviamo e pubblichiamo - Stando ai dati pubblicati a Novembre del 2007, il Lazio segna un boom di occupazione proprio nel settore agricolo, in controtendenza con le dinamiche che hanno caratterizzato il settore nel resto d’Italia.
Il numero dei lavoratori agricoli è salito rispetto all’anno precedente del 64,9%. In provincia di Viterbo l’incremento è pari al 3,6 %. (dati Censis) I numeri di Confcooperative Viterbo confermano il trend regionale: 30 cooperative agricole, 6.800 soci e circa 220 addetti per un fatturato globale di 85 milioni di euro.
Questi dati non sono casuali ma dimostrano la centralità che l’agricoltura è tornata a ricoprire all’interno dell’economia regionale. Le eccellenze laziali sono ormai riconosciute anche a livello europeo oltre che nazionale ed in questo processo di internazionalizzazione un ruolo importante spetta proprio alla nostra Tuscia. Prodotti di qualità come l’olio, il vino, le castagne, le nocciole, le patate, i legumi sono solo alcuni dei fiori all’occhiello del nostro territorio.
Detto questo non vanno però dimenticate le criticità che rischiano di rendere inutili le ottime premesse fin qui presentate. Il rischio che mina lo sviluppo definitivo del comparto è quello della “spezzettatura” della filiera: troppo spesso le imprese si ritrovano ad agire singolarmente, sovrapponendosi magari a progetti presentati da altre realtà locali, perdendo così di competitività all’interno del mercato nazionale ed internazionale.
La scommessa di Confcooperative è quella di fare operare insieme le aziende agricole per riuscire ad esportare progetti di rete che vedano coinvolti attori diversi, anche non appartenenti al comparto di riferimento (a questo proposito possiamo contare sulla collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia che da anni attua percorsi formativi in agricoltura multifunzionale e sociale).
Se l’obiettivo principale rimane quello di accorciare la filiera, servono una serie di interventi pianificati a monte e capaci di avere un impatto diffuso a livello territoriale. A questo fine si sta lavorando alla realizzazione di Progetti Integrati di Filiera.
Questa misura, prevista dal nuovo piano di sviluppo rurale 2007-2013 (PSR), prevede che più soggetti che operano in uno o più segmenti di una filiera produttiva definiscano una strategia di sviluppo comune da realizzarsi attraverso la pianificazione di una pluralità di interventi, coerenti con i fabbisogni e con le “Azioni chiave” individuate nel documento di programmazione per ciascuna filiera produttiva.
Confcooperative si impegnerà inoltre a partecipare a fiere, mostre mercato e convegni a livello nazionale ed internazionale. Per realizzare tutto questo, a Settembre verrà costituito il settore agricolo, coerentemente con la politica di coesione e cooperazione fin qui esposta.
Accorciare la filiera non significa perciò disgregarla: cooperare è l’unica strada per promuovere i nostri prodotti di eccellenza.
Bruna Rossetti
Presidente Confcooperative Viterbo