Riceviamo e pubblichiamo - Ogni giorno, sulla stampa locale, specialmente in questo periodo, si mette in evidenza tutta una serie di iniziative che dovrebbero contribuire a portare in città turisti e visitatori e si chiede il contributo degli operatori commerciali perché tengano aperti i loro esercizi e forniscano un servizio di qualità alla clientela in arrivo.
Tutte iniziative valide, vedi la notte bianca, il mercatino mensile dell’usato, le aperture notturne, ecc.
I commercianti stanno facendo la loro parte, aderendo alle richieste dell’amministrazione comunale, in alcune iniziative con più entusiasmo, in altre con meno, in un periodo di crisi acuta come questo cercano di sfruttare tutte le opportunità che vengono loro offerte per poter rimpinguare le proprie casse.
In queste iniziative l’amministrazione comunale propone, chiede l’aiuto alla categoria commerciale, poi si perde in un bicchiere d’acqua, non prevedendo i minimi servizi essenziali.
Un esempio banale: in una giornata festiva come quella del 20 luglio, con un mercatino mensile dell’usato che ha portato a Viterbo migliaia e migliaia di visitatori, sia del settore che extra, nel centro storico non era possibile trovare un servizio igienico neanche a pagarlo oro.
I servizi igienici pubblici erano regolarmente chiusi (a detta del personale comunale “giustamente” perché tutti hanno bisogno di riposare la domenica), poi anche se fossero stati aperti, per la non pulizia, avrebbero comunque dato un'immagine negativa, e la maggior parte dei bar del centro erano chiusi o per turno settimanale o per turnazione ferie.
Sicuramente i turisti o visitatori che hanno avuto bisogno del servizio igienico, al ritorno al loro paese non ci faranno una buona pubblicità e loro stessi non verranno più.
Perché dobbiamo sempre farci del male da noi stessi?
Un gruppo di commercianti del centro storico