Riceviamo e pubblichiamo - La Regione Lazio con i Ptpr vuole imporre un regime ancora più vincolistico che in precedenza, rendendo il territorio della città di Viterbo completamente ingessato.
Il centro storico della città viene vincolato come area tipizzata, un ulteriore vincolo ambientale viene imposto per 150 mt intorno alle mura, per ogni piccolo intervento servirà addirittura l’autorizzazione paesaggistica.
Altri comuni capoluoghi del Lazio hanno presentato ricorso al TAR contro i piani paesaggistici, per il Comune di Viterbo non è stato possibile presentare lo stesso ricorso in quanto in quel periodo commissariato, ora l’unica strada è quella di presentare delle osservazioni che possano cautelarci.
E’ necessario richiedere pertanto alla Regione lo stralcio di tutto il territorio comunale dai Ptpr o di un’area che consenta lo sviluppo della città e la realizzazione dell’aeroporto, una fascia libera da vincoli ambientali dove realizzare i collegamenti infrastrutturali, lasciare fuori strade e ferrovie già esistenti, comprese tutte quelle zone cittadine come le aree termali, le aree Peep, il Poggino e le altre aree industriali, altrimenti a causa delle tante imposizioni non potranno più essere realizzate nemmeno le case popolari.
Tanto più che le tavole del Piano Territoriale presentano notevoli incongruenze tra i loro vari livelli, vincoli che tra una tavola e l’altra scompaiono, fossi già dichiarati scomparsi che riappaiono, intere zone non riportate, quartieri nati negli anni ’70 sotto vincolo, anche perché la cartografia usata per la predisposizione dei piani dalla Regione è stata quella datata 1991, che non prende in esame lo sviluppo avvenuto dal ’91 ad oggi e non considera affatto il futuro.
Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale non può essere un impedimento, un freno allo sviluppo del territorio, nessuno vuole cementificare Viterbo, ma un’approvazione vorrebbe dire addio all’aeroporto viterbese, alle infrastrutture che consentiranno la crescita anche economica della città, ai nuovi posti di lavoro.
Quella che arriva dalla Regione Lazio è un’imposizione dall’alto, poco democratica, dove se approvata, tutto resterà fermo per i prossimi 20 anni, senza lasciare aperta alcuna possibilità di sviluppo futuro, quello che invece vogliamo tutelare è una corretta pianificazione del territorio dove si localizzerà lo scalo viterbese per poi reinserire quei vincoli che davvero possano salvaguardare la vera integrità paesaggistica del territorio comunale.
Enrico Maria Contardo
Capogruppo Pdl