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Neri Marcorè, un momento del Flauto Magico
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Il soprano Lubana Al Quntar nei panni di Astrifiammante, regina della notte
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La prima di Flauto Magico al Tuscia Operafestival ha registrato il tutto esaurito.
Già si capiva dai giorni precedenti, l’attesa era molta, e infatti un pubblico gremito ha affollato platea e gradinate.
Il Mozart Marcore è tutto da raccontare.
Entra in scena dopo l’Overture e immediatamente la folla applaude, poi si siede sul suo bel trono e inizia a narrare.
Scambi di battute con l’Orchestra e i personaggi dell’Opera e anche lunghe pause durante l’ascolto del singspiel.
La produzione è stata ben accolta dal pubblico.
Le scenografie stile egizio di Varisco e i costumi di Viaviana Ginebri e Anna Cruciali hanno incantato la platea.
Una regina della notte sfavillante, luminosa e dalla vocalità eccezionale.
Parliamo di Lubana Al Quntar, soprano siriano, che con una voce da soprano lirico spinto interpreta il ruolo della regina della notte in maniera impeccabile, bel fraseggio e ottime le agilità, soprattutto per una vocalità così pesante.
L’orchestra di Roma e del Lazio diretta da Stefano Vignati ha suonato nel pieno rispetto della partitura mozartiana, senza mai eccedere e accompagnando i cantanti con grande garbo.
Il basso Palazzi interprete di Sarastro, ha voce calda, piena e dal timbro ammaliante.
Non ci si meravioglia che seppur giovane, direttori del calibro di Riccardo Chaylly lo abbiamo già fatto debuttare in Scala.
Giovane Tamino, Scott Merchant, americano, con voce bella e molto interessante la Pamina di Seon Shin Ra, coreana.
Grande successo per Papageno di Matthew Cassils, canadese, giovane, ma che incanta la platea con le sue gag e soprattutto perché è il personaggio che interagisce di più con la voce narrante di Neri Marcorè.
La regia, lineare, pulita e in alcuni momenti molto aggraziata è stata affidata a Cinzia Gangarella.
Mozart, Marcorè, l’Orchestra di Roma e del Lazio, Vignati, i solisti, il Palazzo dei Papi e Viterbo sono gli ingredienti per una manifestazione di successo.