- “Un segnale davvero positivo, che evidenzia la crescita della cultura della sicurezza nel tessuto economico della Tuscia. Abbiamo registrato una attenzione che ci incoraggia ad intensificare l’impegno delle nostre strutture per la prevenzione nei luoghi di lavoro”.
Adalberto Meschini, segretario della Cna Associazione Provinciale di Viterbo, e Luigia Melaragni, responsabile di Cna Sostenibile, sono molto soddisfatti per il bilancio della campagna straordinaria “per il lavoro sicuro in un’impresa moderna e competitiva” che era stata promossa per illustrare le novità introdotte dal Testo Unico approvato lo scorso 9 aprile e che si è chiusa ieri sera.
I numeri, innanzitutto, sono significativi: più di 700 tra artigiani e piccoli e medi imprenditori hanno partecipato, dal 18 giugno, ai sedici incontri organizzati, sei dei quali sono stati dedicati all’approfondimento delle parti della normativa che riguardano specifiche categorie.
“Una presenza importante, certo non scontata”, osservano Meschini e Melaragni, i quali hanno voluto questa “maratona”, che è partita dal capoluogo e ha toccato alcuni dei comuni dove la Cna opera con le proprie sedi territoriali: Tarquinia, Civita Castellana, Acquapendente, Tuscania, Vetralla, Nepi, Montalto di Castro, Montefiascone, Canino. A tutte le iniziative sono intervenuti gli esperti del Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro della Asl di Viterbo, che Cna vuole ringraziare per la grande competenza professionale e per la sensibilità.
“Abbiamo avuto la conferma, dalle imprese, della forte domanda di informazione, della volontà di conoscere come deve essere applicata la normativa, per essere in regola. Ma chi si adegua, avanza anche delle richieste molto precise -dicono il segretario della Cna e la responsabile di Cna Sostenibile-. Prima di tutto, manifesta l’esigenza, che noi condividiamo, di semplificazione di alcuni degli adempimenti previsti: Cna si è già attivata, a livello nazionale, perché si intervenga in questa direzione.
E’ emersa poi, con chiarezza, in tutti gli incontri, la denuncia dell’abusivismo diffuso, specialmente in alcuni settori, come l’edilizia. Gli imprenditori pretendono maggiori controlli, a tutela delle imprese che rispettano le leggi e dei lavoratori. Perché è evidente che l’abusivismo crea concorrenza sleale nel mercato e, nello stesso tempo, è tra le principali cause degli incidenti sul lavoro”.
A questo proposito, Meschini e Melaragni osservano che un ruolo importante può essere svolto dai Comuni. Il Testo Unico prevede, infatti, che il committente dell’opera da eseguire trasmetta all’amministrazione competente, prima dell’inizio dei lavori oggetto del permesso di costruire o della denuncia di inizio di attività, il nominativo delle imprese esecutrici e alcuni documenti, tra i quali la dichiarazione dell’organico.
Lo stesso obbligo sussiste anche nel caso dei lavori eseguiti in economia, senza ricorso all’appalto. In assenza del documento unico di regolarità contributiva, l’efficacia del titolo abilitativo è sospesa. “Invitiamo i Comuni ad effettuare sempre le verifiche previste. Contro la piaga dell’abusivismo, devono essere utilizzati tutti gli strumenti a disposizione”, sottolineano, annunciando per il mese di settembre, su questo tema, una iniziativa della Cna rivolta alle amministrazioni pubbliche.
L’impegno per la sicurezza, insomma, non si ferma.