Riceviamo e pubblichiamo - Due anni fa Salah aveva cominciato a frequentare i corsi di sostegno agli studenti stranieri, tenuti da docenti volontari dell’Auser di Viterbo presso l’Istituto “Marconi” di Viterbo.
Chi ha avuto a che fare con lui ne ha apprezzato non solo la viva intelligenza e il serio impegno di studente-lavoratore, ma anche il modo, consapevole e sereno, di vivere i problemi di adolescente e di immigrato - il dover affrontare il passaggio ad una nuova fase della vita e le contraddizioni del duplice riferimento culturale.
Salah non evitava di affrontare le difficoltà che la sua condizione gli imponeva, ma sentiva comunque come una ricchezza, un’opportunità, il dover fare i conti con due mondi quello di origine e quello in cui si andava inserendo.
Sensibilità nell’affrontare una poesia del Foscolo; acutezza nel riflettere su un dato interculturale complesso; capacità di essere un punto di riferimento credibile e rispettato per i suoi compagni (di cui era il rappresentante nel consiglio d’istituto); senso della misura, gentilezza e buona educazione, in un contesto in cui spesso queste qualità mancano: tutto questo, e altro ancora, hanno trovato in lui i suoi insegnanti.
Salah aveva partecipato, come rappresentante degli studenti, alla conferenza pubblica “Adolescenti immigrati: verso quale futuro?”, organizzata dall’Auser il 28 febbraio scorso. Ricordiamo il suo intervento, una testimonianza piena di umana simpatia, che andava schiettamente all’essenziale.
Faceva bene al cuore vedere il suo proiettarsi verso il futuro, in maniera consapevole e serena.
Ricordiamo il suo sorriso, il suo calore umano.
E non possiamo che piangerlo.
Auser Viterbo