|
Eduardo Gugliotta
Direzione provinciale Pd
Copyright Tusciaweb |
Riceviamo e pubblichiamo - Dopo l’intenso confronto di questi mesi tra amministratori, iscritti e simpatizzanti, che ha sancito la presa di distanza dal partito socialista di un vasto gruppo di compagni, nell’assemblea provinciale del partito democratico di venerdì si è ufficializzata la confluenza di una parte significativa del partito socialista della provincia.
In rappresentanza del gruppo socialista, che ha visto la candidatura alle elezioni comunali di Viterbo di Fabio Scalzini nella lista civica per Sposetti sindaco, sono entrati a far parte dell’assemblea provinciale del Pd Orlando Araceli, Eduardo Gugliotta, Emanuela Tondi e Manuela Zanganella.
Eduardo Gugliotta è stato anche eletto nella direzione provinciale.
Le ragioni di tale scelta, che riprende la comune esperienza del partito dei riformisti, di Uniti nell’Ulivo, alle ultime elezioni europee e regionali, risiedono nell’insufficiente risultato prodotto dagli sforzi dei tanti militanti per far rinascere una forza socialista nel nostro paese.
La scelta del gruppo dirigente nazionale, all’insegna del primum vivere e della mera difesa di alcune posizioni individuali, aveva costretto il partito socialista a limitarsi a sfruttare il tema dell’identità e la rendita di posizione, senza far seguire un progetto politico capace di convincere i cittadini e di costruire un partito socialdemocratico, riformista, di stampo e di grandezza europei, ma soltanto una piccola forza di nicchia, che gli ultimi risultati elettorali hanno condannato alla marginalità.
Questo ha imposto la separazione delle strade tra chi crede che in questo paese ci sia bisogno di far vivere e rafforzare politiche riformiste, in un quadro semplificato e omogeneo, che mette al primo posto la capacità di governare l’attuale complessità e chi, invece, magari in buona fede, rischia di ridursi alla mera salvaguardia e perpetuazione, ai vari livelli, di carriere di ristretti gruppi dirigenti, anche a prescindere dal consenso che è in grado di raccogliere sulle sue proposte (quando ne ha): sia esempio lo 0,24% alle comunali di Viterbo.
Del resto, proprio perché la socialdemocrazia, in Europa e nel mondo, è storia di risposte reali a bisogni reali e non di utopia, crediamo sia inutile ostinarsi a non voler prendere atto che una fase, un ciclo, un’epoca, nella storia della sinistra del nostro paese si sono chiuse.
Pensiamo che la risposta alla crisi complessiva che attanaglia la sinistra e più in generale il riformismo, vada cercata non nella sterile riproposizione di uno schema identitario, ma scommettendo sulla capacità di trovare insieme, tra diverse culture e riformismi, nuove e più adeguate chiavi di lettura dei nuovi bisogni e delle nuove paure che attraversano la società.
Siamo convinti che l’unione dei riformisti sia la strada giusta e ci impegneremo per convincere tutti i socialisti a spendersi su questo grande, difficile, avvincente progetto, aiutando il Pd a crescere, a strutturarsi, a radicarsi sul territorio e nella dimensione verticale dei luoghi di lavoro, ad aumentare la capacità d’ascolto dei cittadini, a farsi popolare senza essere populista e demagogico, come invece ci mostrano tutti i giorni Berlusconi e Di Pietro.
Chi viene dalla storia socialista darà il suo contributo di idee e proposte nel Pd per dare vita a una nuova mescolanza, senza creare l’ennesima corrente, né confluire in quelle esistenti, ma contribuendo alla costruzione del proprio futuro politico, facendo prevalere il tanto che unisce tutti i riformisti su quello che può dividere e che va messo a valore in una sintesi feconda.
Noi socialisti, con l’involontario valore simbolico dell’adesione al Pd nel giorno del 1° congresso nazionale costitutivo del Partito Socialista, abbiamo dimostrato di avere, oltre all’orgoglio della nostra storia, come ha detto Veltroni qualche giorno fa, “l’intelligente umiltà di sapere che il riformismo ha nell’unità e nella forza le ragioni della sua grandezza”.
Eduardo Gugliotta
Direzione provinciale Pd