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ore 20,00 - Per la Talete serve un miracolo. Anzi il commissariamento.
La proposta shock (in realtà non nuova) per salvare il salvabile la fa il consigliere Massimo Miccini negli ultimi minuti di consiglio.
“Siamo ormai a un punto di non ritorno. Quindi caro presidente Mazzoli tiri fuori i famosi attributi e commissariamo i Comuni che non sono ancora entrati. Poi acquistiamo le loro quote e proseguiamo il cammino”.
Mazzoli non è molto convinto. “Il commissariamento è solo l’ultima spiaggia. Ora dobbiamo fare il possibile affinché tutti quei soci di Talete che non hanno trasferito il servizio lo facciano in tempi stretti”.
L’appuntamento è domani quando il consiglio provinciale voterà le modifiche staturarie della Talete
ore 19,10 - Dai sindaci ancora la politica del bastone e della carota.
Paolo Equitani, consigliere Fi e sindaco di Bolsena risponde a chi vorrebbe la politica fuori dai giochi d’acqua.
"Sul piano operativo- dice - non abbiamo deciso nulla. Servono risposte urgenti.
Ho sentito parlare di comportamento dei sindaci, ma credo in modo non corretto. I sindaci hanno partecipato al dibattito anche in modo animato per difendere gli interessi dei cittadini. Ma spesso sfugge il significato della legge Galli.
Nei vari incontri fatti, ci siamo trovati a discutere del problema dell'acqua senza un'esatta cognizione. La politica si deve riappropriare delle proprie funzioni. Non si devono introdurre elementi di instabilità esterna”. Poi offre la mano per la soluzione perché “pubblico è meglio di privato”.
“Non dobbiamo avere paura di una società che gestiamo noi stessi. Basterebbe spiega i sindaco di Bolsena - un incremento delle tariffe piccolissimo per avere milioni di euro, e i problemi sarebbero risolti. E per le famiglie l'aggravio sarebbe solo di 5 euro l'anno".
Dello stesso avviso il sindaco di Canapina Maurizio Palozzi e quello di Civita Castellana Massimo Giampieri, che chiedo al presidente di intervenire verso le singole amministrazioni, coinvolgendole una per accelerare le risposte.
ore 18,16 - La parola ai sindaci.
Prima Luigi De Luca di Bassano Romano che critica la gestione dell'Ato. Poi le stoccate di Bengasi Battisti, sindaco di Corchiano.
“Occorre fare autocritica e rilanciare la credibilità di questa azienda. se continuiamo a definirla carrozzone è evidente che non raggiungeremo mai il nostro obiettivo. E' vero, qualche problema c'è stato e i consigli comunali non se la sono sentiti di ricapitalizzare al buio. Serve responsabilità”.
Segue Serafini per il Comune di Tarquinia. "Ci dovete mettere nella posizione di decidere in tranquillità. Vogliamo vedere i conti, perché prima di affidare il servizio a Talete dobbiamo essere coscienti. Serve un piano industriale".
L'opera di convincimento per entrare in Talete, iniziato da Mazzoli, continua.
ore 17,50 - Per Talete i conti non tornano. Se entro il 21 luglio non sarà trovata la quadratura del cerchio, si potrebbe intravedere la parola fine sull'esperienza dell'acqua pubblica.
Il consiglio provinciale aperto sulla Talete inizia con la relazione del presidente Mazzoli. “L'assemblea dei soci del 30 giugno scorso è stata aggiornata al 21 luglio per dare la possibilità ai Comuni che non lo hanno ancora fatto di portare in consiglio le delibere per trasferire i servizi a Talete e per la ricapitalizzazione”.
All'appello mancano però ancora molti enti pubblici. “Stamattina altri cinque comuni hanno deliberato continua Mazzoli -, 26 lo faranno nei prossimi giorni, due hanno deciso di non farlo. Gli altri stanno risolvendo problemi per affrontare questo passaggio. E' chiaro che va costruito un messaggio e una sollecitazioni per tutti affinché l'appuntamento del 21 luglio sia il rilancio vero della Talete.
Per eleggere un nuovo cda espressione della volontà dei soci. Non possiamo più rinviare gli impegni importanti. Dobbiamo rispettare una tempistica stringente, per il trasferimento dei servizi affinché già dai prossimi mesi si possa avere un unico soggetto gestore".
Poi la parola tocca agli “indignati”. Attacca Antonio Filippi, portavoce forum acqua pubblica. “Abbiamo messo in moto una macchina positiva che la politica non ha saputo gestire. Dopo le parole i fatti, che oggi non vanno nella direzione che i cittadini, i movimenti che scelsero. Abbiamo fatto un passo indietro. C'è stata una gestione parcellizzata, che invece di essere trasparenteci ha mostrato un percorso fatto di spartizione, sottogoverno e posti”.
Dello stesso avviso Francesco Lombardi portavoce del Comitato popolare acqua pubblica per la Teverina.
Indignati e preoccupati minacciano di scendere in piazza “per dire a tutti qual è stato l'elemento negativo che ha fatto saltare il percorso dell'acqua pubblica”.