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Vittorio Pugliesi
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- Il Partito democratico si auto commissaria.
E rinvia ancora una volta l’elezione del segretario comunale. All’ennesima riunione, di fronte i due candidati. Sandro Mancinelli per l’area Sposetti e Paola Maggi (Fioroni Parroncini).
Sembra la volta buona. Invece la telenovela continua e come nella migliore (?) delle trame, scatta l’effetto sorpresa.
Che è rappresentato da Vittorio Pugliesi. Sua la proposta di un commissario per traghettare la formazione fino alle primarie per eleggere il segretario regionale, quando sarà nominato pure quello comunale. Data da destinarsi.
Proposta che viene corretta dall’intervento di Paolo Felice. Non un commissario. Ma un garante. L’idea piace e l’assemblea l’approva.
Con trentotto voti a favore e trentaquattro contrari. Alla seconda votazione nominale, dopo che la prima per alzata di mano fa rumoreggiare l’intera assemblea.
Alla direzione provinciale l’ardua scelta. Oggi è convocata per le 17 e dovrà decidere il commissario garante.
Ma c’è già qualche mal di pancia. Un’assemblea che su 45 persone ha soltanto otto che sono del capoluogo, dovrà decidere su chi guiderà il partito a Viterbo. E poi. Pugliesi poteva avanzare una mozione, dal momento che non fa parte della direzione comunale?
Domanda scolastica. Superata dai fatti. Sarà commissario. E nella conta dei voti, per capire chi vince chi perde, difficile riuscire democraticamente a disegnare un quadro preciso.
Ha avuto la meglio l’asse Fioroni Parroncini. Che incassa la mancata elezione di Mancinelli. Ma l’esito del voto non è di quelli che fanno gridare alla vittoria.
Il Pd resta diviso. Anche se il limbo del commissario potrebbe servire a smussare gli angoli. A far abbassare il livello della discussione.
Sempre che la parte più attiva del Pd, l’ufficio complicazioni affari facili, non ne studi un’altra.