Riceviamo e pubblichiamo - "Le montagne di rifiuti non raccolti accumulatisi per le strade della Campania illustrano emblematicamente le minacce per l'ambiente e per la salute umana risultanti da una gestione inadeguata dei rifiuti.
Occorre che l'Italia dia priorità all'elaborazione di piani efficienti di gestione dei rifiuti in Campania e nel Lazio, nonché alla realizzazione delle infrastrutture di raccolta e di trattamento necessarie per attuarli correttamente".
La dichiarazione del Commissario per l'Ambiente della Ue, Stavros Dimas, non lascia dubbi; quello che andiamo dicendo da mesi e mesi, e cioè che la politica attendista adottata dalla giunta Marrazzo sui rifiuti urbani sta facendo pericolosamente precipitare il Lazio in una situazione del tutto simile a quella della Campania, è ormai sotto gli occhi di tutti e rischia oltretutto di mettere la nostra Regione sotto i riflettori della pubblica opinione europea come un territorio a rischio per l’emergenza dei rifiuti, con danni ingentissimi anche per l’immagine e, quindi, l’economia del nostro territorio.
La direttiva quadro sui rifiuti impone agli Stati membri di assicurare che raccolta e smaltimento dei rifiuti avvengano senza pericolo per la salute umana, creando una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento
La giunta Storace a livello regionale e quella Marini a livello provinciale, avevano adottato già nel lontano 2002 i piani di gestione dei rifiuti (regionale e provinciale); dal 2005, però, e cioè dall’arrivo di Marrazzo e di Mazzoli rispettivamente in regione ed in provincia, tutto è fermo e l’attuazione dei Piani, pur approvati dalle aule consiliari, è stata di fatto sospesa.
La Commissione ha comunicato quindi l’avvio della procedura di infrazione a carico dello Stato Italiano, proprio per la mancata trasmissione da parte della Regione Lazio del piano di gestione dei rifiuti, prevista da una sentenza di condanna della Corte europea di Giustizia del giugno 2007.
Tutto questo, mentre ancora la nostra politica discute della opportunità o meno di realizzare i termovalorizzatori, facendo finta di non ricordare che la mancata realizzazione delle necessarie linee di termovalorizzazione costituisce elemento necessario alla chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti (raccolta differenziata, termovalorizzazione e smaltimento in discarica) e che ogni sostanziale modifica del quadro programmatico di riferimento costringe (che lo si voglia o no) a tornare indietro di almeno 10 anni, a quel 1997 in cui il decreto Ronchi (voluto non certo da amministrazioni di centro destra, ma da un ministro ambientalista) stabilì che proprio sul sistema raccolta differenziata-termovalorizzatore-discarica dovesse essere fondata la gestione dei rifiuti nel nostro Paese.
L’avvio del procedimento di infrazione europeo dimostra ancora una volta che le inutili prese di posizione di certo vetero-ambientalismo (sconfitto nelle urne ed ormai bocciato sonoramente dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani) servono solo a bloccare lo sviluppo e, soprattutto, a danneggiare irreparabilmente l’ambiente e l’economia.
In questa situazione, l’atteggiamento della giunta Mazzoli è insostenibilmente appiattito su quello della Regione Lazio: Mazzoli e Piazzai hanno regolarmente e supinamente accettato tutte le scelte dilatorie effettuate dalla giunta Marrazzo, contribuendo a portare la situazione al livello cui oggi ci troviamo.
Nascondersi dietro il dito degli irrisori contributi ai Comuni per la raccolta differenziata non serve ad ingannare la vista politica dei cittadini, i quali sanno che (come ricordato ieri dal professor Togni in un articolo sul quotidiano libero mercato) al di là di affermazioni demagogiche ed ideologiche, le regioni dove la raccolta differenziata funziona e raggiunge i maggiori livelli, sono proprio quelle (Emilia Romagna, Lombardia), dove è stata parallelamente attuata una coerente politica di termovalorizzazione, chiudendo il ciclo dei rifiuti come previsto dalla norma.
La recente tornata elettorale ha dimostrato (come diciamo da tempo) che i cittadini sono stanchi di questa politica fatta solo di parole, e che non sono più disposti a credere alle chiacchiere di chi, bloccato dalle divisioni interne, nasconde l’incapacità decisionale con vuoti discorsi ideologici; è urgente, a questo punto, che Mazzoli ci dia le risposte che chiediamo, dandoci tempi certi e prospettive concrete per la completa definizione del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia.
Francesco Battistoni
Consigliere provinciale FI verso il Popolo della Libertà