Riceviamo e pibblichiamo - In un clima politico confuso come quello attuale, dove consistenti sono i segni di una involuzione culturale, autoritaria e conservatrice, figlia della truffa del “voto utile” sostenuta dal Pdl e dal Pd, grande è la responsabilità dei dirigenti della Sinistra. Non possiamo più utilizzare le stesse prassi e le stesse parole.
Non è utile, e forse neanche dignitoso, pronunciare slogan sui “valori fondanti”, sulla pace, sulla democrazia partecipativa, sulla giustizia sociale. Ora non siamo credibili come sistema di riferimento.
Esiste altresì una dato oggettivo: c’è stata una evidente contraddizione tra le affermazioni e gli atti conseguenti: clientelismo, consociativismo, gestione personalistica e arrogante.
Troppi i leader, o sedicenti tali, che in questi anni nella sinistra viterbese hanno cercato di difendere le proprie posizioni, i propri piccoli privilegi, a scapito della costruzione di un movimento ampio e partecipato, di un processo di costruzione della rete delle relazioni all’interno del grande popolo della sinistra viterbese.
Quest’ultimo è costituito per la quasi totalità ed è questo che i nostalgici dei simboli sconfitti dalle ultime elezioni non comprendono da donne e uomini che con i partiti non vogliono avere più nulla a che fare. Respingono le forme autoritarie e autoreferenziali che contraddistinguono i partiti politici attuali con la stessa forza con la quale chiedono di poter partecipare ad un nuovo percorso.
È davvero grande la voglia di ricominciare a fare politica da parte di tanti cittadini che non avevano più voglia di occuparsi delle poltrone da spartire nelle società pubbliche, degli amici/compagni da collocare per una consulenza.
Sono queste persone che potranno assumersi la responsabilità e l’onere di far tornare al governo una Sinistra matura e autorevole, che si proponga di costruire un mondo migliore e non di gestire in maniera utilitaristica quello attuale, salvando il salvabile. Lo dobbiamo ai poveri della terra, agli oppressi, con una logica e una urgenza che non ammette ritardi e ambiguità.
Certo, come ha affermato Antonio Filippi, occorre umiltà e coraggio: ma occorre dare anche nuova dignità e concretezza alle parole. Ci abbiamo provato candidando Enrico Mezzetti alle comunali di Viterbo, nella consapevolezza che onestà ed entusiasmo non sono una prerogativa di una presunta nuova generazione, che spesso invocata come pretesto, perpetua e conferma i metodi ed i poteri consolidati.
Poteri consolidati che, in parte, hanno remato contro, temendo l’esperienza della Sinistra Arcobaleno ed aggravando un risultato elettorale comunque inimmaginabile.
L’unica scelta possibile è quindi la coerenza. Per questo come Verdi per la Pace siamo all’opposizione in Provincia, ormai da due anni.
Ma nessuno sembra volerlo ricordare.
Rimane una critica forte ad una amministrazione, quella di Palazzo Gentili, che non riesce a risolvere il problema di fondo del modello di sviluppo di riferimento che doveva essere differente, creando nuovo entusiasmo attraverso una reale partecipazione dei cittadini, e che invece ha riproposto le stesse dinamiche e ha rinnovato le ambigue inerzie delle precedenti. Con la responsabilità di tutti i partiti rappresentati in giunta.
Per avere una nuova Sinistra, che comprenda i compagni del Pd come quelli dei movimenti e comitati, dei Verdi come del Pdci e di Sinistra Critica, quindi della Sinistra Democratica come del Prc occorre ricostruire una trama unica, mettendo insieme tanti fragili fili, tante singole storie, tanti piccoli fatti, tante piccole battaglie.
Ognuno di questi fili è fondamentale ora. Metterli insieme, con pazienza e umiltà vera, è il nostro compito.
Umberto Cinalli
Portavoce Verdi per la Pace di Viterbo
La Sinistra l’Arcobaleno