Riceviamo e pubblichiamo - Egregio Direttore,
leggo con stupore che l’assessore provinciale Di Meo “da i numeri” sull’apprendistato professionalizzante previsto all’art.49 del D.Lgs. n.276/03.
C’è poco da essere felici visto che il regolamento n.7 del 6 giugno 2007 attuativo della Legge Regionale n.9/06 e la Legge stessa presentano aspetti di criticità, eccesiva burocraticità ed allungamento dei tempi tipici di una certa cultura che ha cercato di cancellare la riforma Biagi.
Infatti per instaurare un rapporto di apprendistato professionalizzante con un giovane nel Lazio, la Legge Regionale impone l’obbligo del parere di conformità preventivo da parte di un apposita commissione provinciale o da un ente bilaterale parere che deve essere rilasciato entro trenta giorni… siamo tornati in dietro di 10 anni ai tempi delle autorizzazioni delle Direzioni provinciali!
Di conseguenza per instaurare un rapporto di apprendistato passano di media tra i venti e sessanta giorni tra l’individuazione e la raccolta dei dati del potenziale apprendista da parte del datore di lavoro, la trasmissione al professionista dei dati, che li trasmette con modello cartaceo e ripeto cartaceo al centro per l’impiego che a sua volta la trasmette alla commissione o all’ente bilaterale, il quale deve deliberare e comunicare il parere di conformità al datore di lavoro o professionista, che procederà all’assunzione presso uno dei centri dell’impiego prima in via telematica e successivamente in via cartacea ecc…
Invece di agevolare, incentivare, velocizzare l’utilizzo dell’apprendistato professionalizzante con semplici autocertificazioni come si fa in gran parte del territorio nazionale per inserire i giovani nel mercato del lavoro, si rallenta il tutto, si moltiplicano i passaggi, i balzelli, gli oneri per i cittadini e per il personale della Provincia, disincentivando le aziende all’utilizzo di tale istituto, vittime inermi di una così feroce burocraticità non sono altro che i giovani, che se gli va bene vengono assunti a tempo determinato in attesa del parere di conformità.
Ma nel maggior parte dei casi lavorano a nero senza nessuna assicurazione sociale con tutti i rischi che ne conseguono.
Il tutto alla faccia della sicurezza e di chi nel giorno della festa del lavoratori proclama che “assicurare dignità ai lavoratori è un dovere della società”.
Se dopo una così lunga trafila si riesce ad assumere un giovane come apprendista professionalizzante, si rimane perplessi in quanto l’art. 7 della Legge regionale prevede un offerta formativa esterna per competenze di base, trasversali e settoriali, ma ad oggi del piano regionale dell’offerta formativa non se ne ha traccia nella Provincia di Viterbo... anzi il nostro territorio come quello delle altre provincie Laziali... viene mortificato con delibera regionale n.969 che prevede di assegnare in via prioritaria alla Provincia di Roma € 2750.000 per consentire l’avvio delle attività necessarie per l’organizzazione dell’offerta formativa dei giovani apprendisti… ma quelli della Provincia Viterbese e delle altre mi domando sono di serie B e quindi non devono essere formati!
E pure la giunta Regionale e Provinciale sono dello stesso colore…quest’ultima si dovrebbe far sentire….
Se poi ci mettiamo che la Legge Regionale ed il suo regolamento hanno aggravato di ulteriori compiti i centri dell’impiego e il personale della Provincia che nonostante la buona volontà, si sono dovuti attrezzare non con poca difficoltà ad ricevere e trasmettere un montagna di nuovi modelli cartacei, ben sette di varia natura…. a questo punto mi domando se il Legislatore nel Lazio si è reso conto di essere in Italia? Visto che su tutto il territorio nazionale da marzo 2008 tutte le comunicazioni obbligatorie ai centri dell’impiego sono telematiche… ma soprattutto rimango perplesso quando vedo che nella nostra Regione c’è un assessore con delega alla semplificazione amministrativa…ma che fa dorme?!
Alla luce di tutto ciò, in un contesto economico mutevole e dinamico come quello odierno dove la riduzione del peso degli oneri amministrativi a carico delle imprese è ormai un comune obbiettivo di tutti i paesi dell’Unione Europea come previsto dalla Strategia di Lisbona, si deve urgentemente modificare e semplificare la legge e il suo regolamento per far in modo che l’istituto dell’apprendistato professionalizzante possa essere utilizzato in modo semplice ed immediato come volano dell’economia e dell’occupazione giovanile nel Lazio e soprattutto nel Viterbese.
Coordinatore provinciale il Trifoglio Popolo della Vita Pdl
Marco Ciorba