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Giulio Marini
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- Suona la campanella. Per Giulio Marini è il primo giorno da sindaco.
Completo blu e cravatta gialla, il nuovo sindaco di Viterbo entra a palazzo dei Priori alle 8.15, un quarto d’ora in anticipo rispetto all’orario previsto e si mette subito alla scrivania per incontrare prima i dirigenti, poi Vittorio Maculani che lo relaziona sulla situazione del Cev, una delle due società comunali il cui stato di salute ha occupato larga parte della campagna elettorale.
“Dal colloquio con i responsabili osserva è emerso come il piano industriale non fosse coerente con l’attività svolta. La sofferenza è dovuta all’espansione della città e alle scarse risorse corrisposte. Ora il contratto è stato rimodulato”.
Quindi a mezzogiorno primo incontro con la stampa. Per raccontare che tutto sommato, in poche ore qualcosa ha già fatto. L’orologio della torre a piazza del Comune, che stava tanto a cuore a Ugo Sposetti, tornerà a funzionare.
“E’ già pronto il preventivo osserva - così come per il sito di Villa Lante”.
Mentre ha già fatto il suo primo “colpo di mano”. Sparite le strisce per la sosta riservata all’auto del sindaco in via Ascenzi.
Marini sarà un primo cittadino a costo zero. “Non percepirò indennità di carica spiega cominciamo subito risparmiando”. Un effetto dell’essere anche parlamentare.
La sua agenda è già fitta. C’è il piano paesistico, risolvere il problema delle rsa e quindi pensare alla sua squadra di governo.
“Oggi pomeriggio anticipa inizio le consultazioni con i partiti. Nel giro di una settimana spero di chiudere”.
Impossibile avere qualche anticipazione. Anzi. Il neo sindaco smentisce anche le indiscrezioni circolate.
“Comincio ad ascoltare i partiti oggi anticipa quindi quanto uscito finora non corrisponde al vero. Io ascolto, ma ho anche una mia idea politica su come dovrà essere la giunta”.
Ovvero: “Non dare per scontate quelle attuali anticipa ma attribuendole in base ai giusti accordi con le formazioni politiche, guardando anche alle competenze di ciascuno”.
Il lavoro non sarà semplice, perché il Pdl è andato unito al voto, ma su scelte strategiche si ragiona, non solo secondo i vecchi partiti (An Fi), ma per correnti.
Ci sarà una donna? “Se il caso anticipa ma non è che debba esserci necessariamente. Diverso è il discorso di una delega alle pari opportunità”.
Il direttore generale? “A me non serve sostiene le responsabilità saranno suddivise”.
Mentre conferma un assessorato specifico per il nuovo aeroporto e un altro che curi i rapporti con le frazioni, ora che le circoscrizioni non ci sono più.
Infine una rassicurazione. Che ne pensa di un consiglio comunale che per metà è formato da medici? “Se dovessi sentirmi male, sono tranquillo”.