Riceviamo e pubblichiamo
- Al sindaco del Comune di Vetralla
Tra breve, approverete, non senza polemiche e scambi di accuse tra voi, il Bilancio preventivo annuale.
Tale atto si preannuncia per i cittadini di Vetralla come una ennesima quanto inopportuna mazzata.
So che avete intenzione di aumentare tasse, tariffe e tributi senza, ovviamente, in cambio, aumentare il livello e la qualità dei servizi resi.
Vi giustificherete con la solita canzone che state cercando di riparare i guasti ereditati dal passato.
Però non è così.
Non è così perché la gente sensata non fa alleanze elettorali con chi ritiene abbia prodotto danni.
E voi invece lo avete fatto. Non solo, il cambio di alleanze, di circa un anno fa, non ha fatto altro che peggiorare la situazione, dato che i nuovi alleati non hanno nulla da “invidiare” a quelli scaricati.
Il motivo per cui vi scrivo è comunque un altro. In genere, quando non ci sono soldi o peggio ancora ci sono anche debiti, in famiglia come in una amministrazione pubblica, la prima cosa da fare è eliminare gli sprechi e vendere quello che non serve.
Quindi, scaricare sui cittadini il frutto della mala amministrazione non è esattamente la prima cosa da fare. Propongo quindi di iniziare tagliando i costi inutili della pubblica amministrazione locale.
I sette assessori, seppur consentiti dalla legge sono troppi, riduciamoli a quattro o cinque.
Il presidente del consiglio comunale oltre che facoltativo è pure un costo inutile. Per sei o sette consigli comunali all’anno, questo compito lo può svolgere gratuitamente il sindaco oppure, a turno, un consigliere comunale (opposizione compresa).
Le collaborazioni esterne limitiamole drasticamente, anche perché, al di là della spesa, spesso non se ne capisce l’utilità.
Vendiamo la farmacia comunale di Tre Croci. Ricordo a tutti che essa fu aperta dal comune dato che nessun privato era intenzionato a farlo. Era giusto che una frazione come Tre Croci, peraltro in forte espansione, avesse questo servizio essenziale. Ora che la farmacia è aperta e rende non c’è nessuna necessità che venga gestita dal comune o meglio da una società comunale, dato che non c’è nessuna differenza con la gestione di un privato. Certamente, se posta in vendita, troverebbe un acquirente, permettendo al comune il realizzo di un vantaggioso prezzo di mercato.
Non solo, l’utile che la gestione della farmacia apporta ogni anno nelle casse comunali è gravato dalle spese ingenti della gestione della società Sanitas Vetralla. Questa gestione andrebbe comunque sottoposta al controllo del Consiglio Comunale e quindi dei cittadini.
Ad esempio io, da circa un anno, non riesco ad ottenere di visionare i bilanci e la documentazione relativa alla nomina dell’amministratore unico. Forse lei signor sindaco può attivarsi per soddisfare questa mia legittima richiesta?
Glielo dico perché, nei cinque anni in cui è stato all’opposizione (e che opposizione) di quello con cui ha poi fatto l’alleanza per vincere le elezioni del 2006, della trasparenza ne aveva (giustamente) fatto una priorità.
Mi permetto di dirle che le priorità, specie se previste dalla legge, non cambiano a seconda di dove ci si siede.
Se davvero volete cambiare Vetralla e magari anche i vetrallesi, forse è il caso che cominciate a ripensare il modo di amministrare, tagliando prima di tutto le clientele.
Luciano Segatori