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Peparello
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- Solo il 23% della grande distribuzione organizzata è italiana, tutto il resto è in mano agli stranieri.
Il grido d’allarme lanciato dalle organizzazioni di categoria produttive nei giorni scorsi viene raccolto anche dalla Confesercenti di Viterbo, che si è sempre espressa in modo critico sull’invasione delle grandi strutture di vendita nel nostro territorio.
Allo stesso modo la Confesercenti interviene sul dibattito del caro-alimentari.
“In merito alle dichiarazioni che si sono lette nei giorni scorsi sulla stampa dice Vincenzo Peparello, presidente provinciale di Confesercenti e che indicano i mercatini e i banchi di ortofrutta come i migliori modi per fare risparmiare la clientela, occorre fare alcune precisazioni.
La grande distribuzione è il vero salasso per le piccole e medie imprese e, di conseguenza, per i consumatori. Lo ribadiamo ancora una volta: le grandi strutture di vendita sono in mano allo straniero e stanno acquistando tutti gli spazi commerciali ancora disponibili sul territorio. I benefici economici che derivano dalla proprietà straniera, ovviamente, vanno all’estero”.
Per rispondere c’è solo una via.
“Tutte le categorie produttive devono fare sistema e trovare strategie comuni continua Peparello per evitare di aggravare l’invasione della grande distribuzione organizzata. C’è da chiedersi, inoltre, chi difende il made in Italy e come. Solo attraverso una filiera produttiva virtuosa e controllata è possibile invertire la tendenza”.
Per quanto riguarda il modo migliore per combattere il caro-agroalimentare, Vincenzo Peparello chiarisce che “la proposta di comprare direttamente ai banchi ortofrutticoli nasconde un’ambiguità di fondo. Chi gestisce tali mercatini sono nostri associati e fanno parte a pieno titolo del mondo della piccola impresa.
Serve invece arrivare a un protocollo d’intesa condiviso da tutte le categorie del settore agricolo e commerciale per studiare interventi condivisi contro il caro-alimentari e la grande distribuzione.
Ricordo che sono centinaia i piccoli negozi e banchi alimentari della Tuscia: con la filiera produttiva virtuosa, basata sul controllo della regolarità dei vari passaggi, si può già incidere sui prezzi degli alimentari. Nella vendita si crea valore aggiunto e benessere economico: è fondamentale intervenire, quindi, sulle speculazioni nelle prime fasi della filiera e non criminalizzare nessuno”.
Il rischio dell’espansione incontrollata della grande distribuzione, per il presidente della Confesercenti, è grave anche per l’equilibrio dei centri storici delle città.
“Se non si cambia il modello di sviluppo conclude Peparello i negozi di vicinato del centro rischiano di chiudere del tutto, modificando in modo definitivo lo stesso assetto sociale e culturale delle nostre città. I centri di aggregazione vivono delle piccole imprese, non ce lo dimentichiamo”.