Riceviamo e pubblichiamo
- Anno 2000, l’Università Agraria di Tarquinia, sale agli annali della cronaca, per lo scandalo legna, titoloni sui giornali, polemiche a non finire in piena campagna elettorale, per il rinnovo del consiglio di amministrazione.
Teorie ardite, in cui la scomparsa e il mancato pagamento di una porzione di bosco, paventano responsabilità ad ogni livello compreso quello politico infangando il buon nome dell’ente, della sua classe dirigente e dei livelli amministrativi.
Oggi dopo quasi otto anni di processo arriva la rivincita dell’ente, con sentenza del Tribunale di Civitavecchia in composizione monocratica, pronunciata la condanna del responsabile della ditta che operò ai danni dell’università agraria ai sensi dell’art.648 (Ricettazione) del Codice Penale, 1 anno e mesi 4 di reclusione più una multa di euro 500.
La sentenza fa seguito alla archiviazione prima ancora del processo, dei procedimenti riferiti ai rappresentanti dell’ente e pertanto, salvo ricorsi in appello chiude una vicenda davvero intrigata.
"Giustizia è fatta - commenta Sergio Mancinelli, vice presidente dell’università Agraria e già presidente all’epoca dei fatti - , lo scandalismo di quei giorni si dimostra oggi con fatti concreti un polverone assurdo, l’università agraria fu vittima in una vicenda strumentalizzata.
Dispiace sapere che taluni dei reati contestati siano caduti in prescrizione e pertanto la vittoria dell’ente assume dimensioni minori rispetto alla realtà dei fatti.
Nonostante la costituzione di parte civile dell’Università Agraria non è stato liquidato il risarcimento del danno subito dall’ente credo che la battaglia non sia ancora finita e che occorrerà fare tutto il necessario per recuperare il maltolto.
L’Università Agraria, secondo il giudicante, ricevette una polizza a garanzia sottratta alla compagnia assicuratrice e presentata dalla società che aveva acquistato il bosco per il taglio, polizza poi contestata che comporto il mancato introito di quanto previsto mediante aggiudicazione del bando di gara, ora l’obbiettivo è recuperare la somma dovuta da allora.
Condanna alla mano conclude Mancinelli faremo di tutto per garantire quelle somme ai cittadini, in ogni stato e grado tanto civile che penale, non tollereremo che si possa farla franca dopo un simile danno fatto all’ente".
Università agraria
di Tarquinia