Riceviamo e pubblichiamo - Il Movimento cristiano Lavoratori prende posizione in merito al genocidio che sta dilagando a Lhasa, nella Provincia autonoma del Tibet, dove la dittatura cinese vuole mettere il bavaglio agli attivisti dei diritti umani.
Mezzi blindati presidiano le principali vie della città, assediano i monasteri e stringono minacciosi i quartieri epicentro della rivolta.
E’ in atto una rivolta che viene soffocata nel sangue; oltre trenta i morti ufficiali, centinaia per altre fonti, rimasti uccisi negli scontri.
I capi religiosi buddisti hanno invocato l’intervento delle Nazioni Unite per avviare un’indagine sulle violazioni dei diritti umani in corso, ma la Comunità internazionale resta sorda all’accorato appello.
E’ una repressione brutale che l’Occidente democratico non può e non deve tollerare.
Bisogna porre in atto tutte le proteste che il mondo libero può esercitare.
Secondo l’appello lanciato dal presidente nazionale del Mcl Carlo Costalli dobbiamo tutti far sentire la nostra voce. “Tenere a Pechino, fra poche settimane, le Olimpiadi significa avallare la violenza”.
La strada del riconoscimento dei diritti del popolo tibetano, come di quello birmano, deve essere imboccata subito dagli organismi internazionali e dalla Cina.
Dobbiamo tutti elevare forte la nostra protesta e dire no alle prossime Olimpiadi in Cina.
Chi sta organizzando una manifestazione sportiva mondiale nel segno della libertà di tutti i popoli non può macchiarsi della repressione nel sangue di cittadini inermi così come avvenne nella tristemente famosa città di Tienamen.
Il boicottaggio delle Olimpiadi potrebbe essere un’arma vincente.
Il Mcl di Viterbo chiede alle Istituzioni locali e nazionali una ferma presa di posizione in favore dei monaci e della popolazione tibetana che impedisca il “rischio mattanza”.
La bandiera italiana non deve confondersi con quella di chi fa scempio dei diritti umani.
Il presidente provinciale Movimento cristiano Lavoratori
Franco Trippanera